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Blitz antidroga a Messina, infermiere a servizio della banda criminale. Vendeva tamponi dell'Azienda ospedaliera e firmava falsi certificati

Nel corso del blitz antidroga a Messina, è emersa la posizione di un infermiere, in servizio in una struttura ospedaliera della città di Messina, frequentemente in contatto con i componenti dell’associazione con a capo i tre fratelli del rione Fondo Fucile, ma anche disponibile, all’occorrenza, a svolgere per conto loro varie attività tra cui anche quella di intermediario per la cessione di qualche dose ad altre persone. Lo stesso infermiere sarebbe stato invischiato in altri illeciti, al pari di altri cinque colleghi che, durante l'emergenza sanitaria da Coronavirus, si sono appropriati di kit di tamponi dell’Azienda ospedaliera impiegandoli per l’esecuzione del test da effettuare privatamente e a pagamento; inoltre, gli stessi camici bianchi, si sono appropriati furtivamente di farmaci e di materiale sanitario, utilizzandolo per svolgere privatamente attività di assistenza ai pazienti.

L'infermiere indagato, inoltre, avrebbe compilato false certificazioni attestanti l’esito negativo di tamponi mai effettuati, al fine di consentire l’accesso in locali di ristorazione nel periodo in cui era previsto l’obbligo di presentazione del Green pass o di un tampone antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti.

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