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Messina, Fondo Pugliatti e quelle “favelas” che devono ancora essere cancellate

Dopo il rogo tra i tuguri di via del Proto si riaccendono i riflettori sul Risanamento Fondo Pugliatti e quelle “favelas”. L’ufficio commissariale, coordinato da Marcello Scurria, rilancia l’impegno, garantendo ogni mese uno sbaraccamento

«Nei giorni scorsi, sollecitato da un gruppo di famiglie che risiedono nelle baracche, mi sono recato nella parte alta del Fondo Pugliatti. Ho “scoperto” una baraccopoli mai censita dove, purtroppo, vivono o, meglio, sopravvivono tante famiglie messinesi. Non so quando si sia formato questo piccolo agglomerato costruito senza alcuna regola (l’amianto non manca). Un paio di queste casupole, addirittura, sono state costruite sopra una galleria abbandonata delle Ferrovie. Qui, oltre a tutto il resto, le norme antisismiche non sono mai arrivate. Siamo a Messina, a pochi metri dal viale... Europa!». Chi scriveva queste righe, nel 2019, era Marcello Scurria, da circa un anno alla guida della Agenzia comunale del Risanamento, Arisme, la creatura fortemente voluta dall’ex sindaco Cateno De Luca e dallo stesso Scurria, per porre fine al conflitto di competenze innescato dalla legge 10 del 1990, tra l’Istituto autonomo case popolari e il Comune.
A distanza di cinque anni, proprio Fondo Pugliatti è tornato, ahinoi, alla ribalta della cronaca, dopo il drammatico rogo che ha incenerito alcune baracche e costretto sei famiglie ad abbandonare le proprie abitazioni. Spesso si abusa del termine “tragedia sfiorata”, ma quanto accaduto due notti fa avrebbe potuto davvero sfociare in un tragico epilogo. Fortunatamente ci ha pensato la... Provvidenza, di nome e di fatto, con riferimento alla signora ultraottantenne che si è salvata per miracolo, pur se con alcune ustioni e con tanto, tantissimo spavento.

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