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Premierato, "rinsaldare la partecipazione democratica e le garanzie costituzionali": il dibattito a Messina

Il confronto sull'ipotesi di riforma della Presidenza del Consiglio, con elezione diretta, si amplia e coinvolge associazioni e l'Ateneo, che il 12 febbraio ospiterà un incontro tra giuristi

"Rinsaldare la partecipazione democratica e tenere fermo il sistema di garanzie costituzionali, nell'equilibrio di pesi e contrappesi tra le funzioni del governo, del parlamento e del capo dello Stato". E' l'auspicio espresso dal prof. Giovanni Moschella, ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico dell'Università di Messina, nel corso dell'approfondimento promosso dall'associazione Il Circolo di Messina rispetto alla riforma sul premierato aviata dal Governo Meloni, un tema di prioritaria rilevanza per l'organizzazione democratica del Paese, ma spesso lontano dall'esatta percezione del grande pubblico, nel suo evolversi attraverso l'iter parlamentare e il dibattito politico sovente strettamente limitato agli ambienti istituzionali.

Recentissimo è, ad esempio, l'aggiornamento dello schema della riforma del premierato voluta dal governo e ora al primo step del Senato. E secondo la bozza della legge, riscritta dalla ministra Elisabetta Casellati dopo tre vertici di maggioranza e in attesa dell’ultimo sigillo dei leader di partito, si rafforza il ruolo del capo del governo con una novità, contenuta nell’ultima bozza: il futuro premier non potrà superare i due mandati (le novità).

Anche le cronache giornalistiche, per quanto puntuali, rischiano però spesso di non destare il reale interesse del grande pubblico su contenuti solo apparentemente distanti, di cui non si riesce a cogliere esattamente l'immediata portata capace invece di impattare su ogni singolo individuo, in quanto parte essenziale di una composita architettura sociale. Importante quindi la divulgazione e l'approfondimento qualificato, per raggiungere migliori risultati di consapevolezza e reale partecipazione democratica, anche attraverso il dibattito accademico e della componente associazionistica.

L'evento promosso a Messina

L'incontro, aperto dal presidente dell'associazione Il Circolo ing. Giovanni Miceli, è proseguito con l'introduzione dell'ing. Edoardo Milio che l'ha coordinato, e ha visto gli interventi del senatore Vincenzo Palumbo, del prof. Francesco Trimarchi e del giornalista Mario Cavaleri. "Il tema è di particolare attualità e interesse - ha specificato Milio - soprattutto in questo momento in cui è già stato presentato il testo delle modifiche costituzionali sull’elezione diretta del Premier. Testo che sarà ampliamente riscritto prima di andare in aula. Specificando e modificando alcuni aspetti, ferma ovviamente l’elezione diretta del Premier e la possibilità di un secondo Premier in sostituzione del primo".

Il confronto con altri Paesi

Il prof. Moschella si è soffermato sulle forme e sui modelli dei vari premierati negli altri paesi europei e non, approfondendo gli aspetti che caratterizzano le differenze delle varie forme di Governance. "Negli ultimi mesi - ha specificato il costituzionalista docente Unime - il dibattito politico istituzionale si è focalizzato sul DL del Governo sull’elezione diretta del Presidente del Consiglio. E’ interessante osservare come tale meccanismo di investitura del Capo dell’Esecutivo risulti del tutto estraneo alla tradizione costituzionale delle principali forme di governo contemporanee. Nel Regno Unito, culla del parlamentarismo, il re nomina premier il leader del partito che vince le elezioni e certamente il capo del Governo riveste un ruolo centrale soprattutto perchè leader della maggioranza parlamentare, con potere di nomina e revoca dei ministri e proposta di richiedere lo scioglimento della Camera dei Comuni. Ma tale potere non gli deriva dalla legittimazione popolare, ma dalla fiducia nei suoi confronti da parte del Parlamento, o meglio della maggioranza parlamentare e del suo partito. Così anche premier autorevoli come la Thatcher o Blair, nel momento in cui hanno perso tale fiducia sono stati sostituiti senza ricorrere a scioglimento".

"In Germania - ha proseguito Moschella - il presidente della Repubblica propone il Cancelliere indicato dal patto di coalizione. L’elezione avviene a maggioranza assoluta del Bundestag, che tuttavia può votare anche un candidato diverso e il presidente deve comunque nominarlo. Inoltre se in corso di legislatura il Governo viene sfiduciato, non si ha lo scioglimento automatico, in quanto il Bundestag entro 21 giorni può approvare una mozione costruttiva, con indicazione di un nuovo Cancelliere. In Spagna, infine, il re, previa consultazione dei gruppi politici, propone il candidato a Presidente del Gobierno, che si presenta in parlamento per esporre il programma e conseguire la fiducia a maggioranza assoluta. E’ possibile la costituzione di governi minoritari, ma se entro due mesi non si forma il governo lo scioglimento è obbligatorio".

"In tutti questi ordinamenti costituzionali, pur in forme diverse - ha chiarito il docente di Istituzioni di diritto pubblico - la legittimazione del Capo del Governo deriva dal Parlamento e non dagli elettori. Il sistema di elezione popolare del premier proposto nel Dl del Governo Meloni trova un solo precedente in Israele, che dal 1996 al 2001 ha sperimentato tale soluzione per abbandonarla repentinamente dopo una sola legislatura, a causa della forte frammentazione del sistema politico-partitico che vanificava gli obiettivi di stabilità governativa che attraverso l’elezione diretta si intendevano perseguire. Anche per tale ragione il modello proposto in Italia non appare convincente, tenuto conto che l’evoluzione costituzionale di queste ultime legislature sembra appalesare una necessità di rafforzamento del Parlamento piuttosto che del Governo".

Il confronto tra giuristi a Scipog

Il tema sarà ripreso lunedì 12 febbraio alle 11, presso l'aula Buccisano del Dipartimento di Scienze politiche e giuridiche dell' Università di Messina, con il seminario sul tema “Mediatore o decisore? La figura del Presidente del Consiglio nell’ordinamento italiano tra evoluzioni e trasformazioni”. Organizzato dal Centro Studi in Diritto parlamentare e delle Assemblee Elettive, diretto dal prof. Alessandro Morelli, l'evento sarà introdotto dal prof. Giovanni Moschella, direttore del Master di II livello in Istituzioni Parlamentari e Assembleari, e vedrà la partecipazione del prof. Francesco Clementi, ordinario di Diritto pubblico comparato all'Università Sapienza di Roma. Concluderà i lavori il prof. Giacomo D'Amico, ordinario di Diritto costituzionale dell'Università di Messina.

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