Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Caso Croce, il consiglio comunale di Messina non decide per evitare le crisi

Alla fine il Consiglio ha deciso di non decidere e di rinviare tutto di un mese. O forse a mai. Il caso Croce è approdato in Aula dopo una lunga gestazione e ha fatto emergere, all’interno di entrambi gli schieramenti, se non fratture, almeno posizioni con omogenee. Ecco perché alla fine non decidere è stata, per tutti, la soluzione più indolore.
Il preambolo è quello della proposta di delibera con la quale, con voto favorevole, si sarebbe potuta aprire la procedura per contestazione di incompatibilità o ineleggibilità del consigliere Maurizio Croce. Attenzione non un voto decisivo per la decadenza dell’ex candidato a sindaco, oggi in Forza Italia, ma che avrebbe in realtà solo dato la possibilità allo stesso Croce di poter argomentare le sue ragioni rispetto al suo diritto a restare in Aula, nonostante il ruolo di soggetto attuatore che ricopre all’interno della struttura commissariale per l’emergenza idrogeologica. Un doppio “incarico” che in base alla proposta di delibera comporterebbe una incompatibilità sopravvenuta. In caso di voto negativo, la procedura si sarebbe bloccata sul nascere e Croce, senza approfondimenti, sarebbe rimasto consigliere. A favore della delibera, presentata dal presidente Nello Pergolizzi e sostenuta per primo da Pippo Trischitta, c’erano i gruppi di Basile più Calabrò e Russo del Pd, che in caso di decadenza di Croce, potrebbe ritrovarsi con un Alessandro Russo in più ( ma c’è in ballo anche il nome di Sebastiano Tamà). Dall’altro lato, in base alle dichiarazioni, il centrodestra. Ma in Aula, ieri non c’era il plenum. Perché spiccavano, oltre a quella per opportunità di Croce, le assenze di ben 4 elementi della maggioranza politica: Feminò, Di Ciuccio, Mortelliti e Milazzo. E le voci che non fossero tutte assenze per reale impossibilità o malattia ( e anche fra i presenti c’erano dei “mal di pancia politici”) sono state forti anche perché provenivano dalla stessa sponda dei “basiliani”. Con questo schieramento di forze in campo, il centrodestra poteva contare su 14 voti contro i 13 (o 12) degli avversari.

Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina

Caricamento commenti

Commenta la notizia