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Messina, il porto di Tremestieri senza fondi: tracciata una soluzione comune

Palermo potrebbe “partecipare” attraverso la rimodulazione economica dei fondi di sviluppo e coesione 2014-20 che non sono stati spesi.

C’è una via maestra per riaprire il cantiere del porto di Tremestieri? Oggi se ne potrebbe sapere di più. Ieri invece il percorso è stato almeno abbozzato e la soluzione sarebbe di quelle salomoniche con una divisione del peso economico maturato dopo la rivalutazione dei costi della grande opera.
Nel corso di un tavolo tecnico convocato dal Capo di Gabinetto del Ministero delle Infrastrutture, su richiesta del Comune che è la stazione appaltante, si sono incontrati anche l’Autorità di sistema portuale dello Stretto e la Regione. Obiettivo quello di trovare soluzioni condivise per poter la ripresa dei lavori fermi, oramai da maggio 2022, quando la Nuova Coedmar che aveva vinto l’appalto, ha di fatto, mollato la presa. L’ostacolo principale però è quello di recuperare i 41,2 milioni di euro che servono per coprire l’intero costo dell’opera alla luce dei nuovi costi delle materie prime dopo la stima che risale oramai a 15 anni fa.
I quattro enti hanno presentato la loro disponibilità di intenti per la copertura con una divisione che è stata concordata in questi termini. L’autorità di sistema, attraverso il suo commissario Antonio Ranieri, è pronta a mettere sul piatto 15 milioni di euro attraverso una rimodulazione del piano operativo triennale. Il Ministero del Infrastrutture ha espresso disponibilità per altri 7 milioni di euro. Tutto il resto, una ventina di milioni, sarebbero in capo alla Regione siciliana. In questo caso un impegno formale non c’è stato, ma è stata abbozzata un’ipotesi di lavoro dal dirigente Vincenzo Falgares. Palermo potrebbe “partecipare” attraverso la rimodulazione economica dei fondi di sviluppo e coesione 2014-20 che non sono stati spesi. Si parla di circa 88 milioni di “tesoretto” che devono essere spesi entro il 2025 e per i quali mancherebbe l’accordo di coesione fra Regione e Ministero. Ma il via libera non potrà che essere politico e quindi di Renato Schifani.

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