Il primo approccio con la città è stato «da turista». O almeno così lo ha descritto il nuovo comandante della polizia municipale, Maurizio Cannavò, nominato dal sindaco Federico Basile in comando da Ragusa, in sostituzione del palermitano Stefano Blasco (che, invece, a Messina era arrivato da Enna, voluto dall’ex commissario Leonardo Santoro). La sua prima apparizione nell’aula del consiglio comunale il comandante Maurizio Cannavò, originario di Giarre, l’ha fatta in prima commissione, presieduta da Salvatore Papa. «Ho fatto il “turista” per qualche giorno per conoscere il territorio e gli uomini e ahimè anch'io non ho visto vigili per strada», le sue prime parole, in risposta allo sfogo della capogruppo di Sud chiama Nord, Nicoletta D’Angelo, che poco prima aveva elencato una serie di nodi fondamentali che, secondo lei, dovrebbe affrontare la polizia municipale: «Siamo arrivati allo sbaraglio, non c’è un vigile in giro, almeno io non li vedo», l’affondo di D’Angelo. E poi: «Parcheggi in doppia e tripla fila nei punti nevralgici della città, stalli per disabili occupati da chiunque, ambulanti abusivi». Diversi i consiglieri che hanno voluto porre l’accento su alcuni punti chiave: dalle scuole (Schepis) alla movida (Carbone). Con Francesco Cipolla che ha suggerito «di affidarsi totalmente al commissario Giardina». Cosa che, va detto, non aveva fatto l’ex comandante Blasco, forse anche per questo mai entrato davvero in sintonia con l’Amministrazione. Cannavò, invece, un segnale l’ha dato subito, presentandosi in commissione fianco a fianco proprio con Giovanni Giardina, il suo vice, nonché comandante della polizia metropolitana. «L’amico Giardina – ha detto – è sicuramente una risorsa che sarà al mio fianco, per la conoscenza della città e la professionalità acquisita». Rispetto all’elenco dei problemi, «sono quelli che ci sono in tutte le città e ho riscontrato in altri comandi. Il rispetto degli stalli per disabili e l’abbattimento delle barriere architettoniche sono due cose a cui tengo moltissimo. Sui parcheggi in doppia fila ho delle idee, vedremo. Ho già in mente un tipo di intervento diverso». Ma non si è sbilanciato sul quale sia l’intervento.
Inevitabile mettere le mani avanti, però: «Siamo veramente pochi, in strada può operare meno della metà dell'organico. Con queste risorse dobbiamo cercare di organizzarci, non riusciamo a coprire tutto, servirebbe un miracolo. Ma se non riusciamo a fare cento, almeno dieci sì. Dobbiamo essere visibili. Messina è una città particolare, attraversata dal flusso di mezzi che attraversano lo Stretto». Da qui la proposta: «Forse eliminare qualche semaforo non sarebbe male, nel territorio messinese. La butto lì, anche perché è un tema che riguarda più gli ingegneri del traffico, ma aiuterebbe tantissimo. Soprattutto nel flusso dai traghetti all’autostrada». Le prime mosse riguarderanno l’infortunistica: «Spesso una strada rimane bloccata ore e ore per un incidente, stiamo cercando di acquistare un programma che ci consente di effettuare i rilievi in pochi minuti».
Sull’ambulantato è stato Giardina a mettere i puntini sulle i: «Non ci fermeremo, anche dopo l'aggressione. Il tutto nel rispetto delle regole e della legge». Quindi il messaggio finale di Cannavò: «Mi piacerebbe che i miei uomini fossero uno stimolo, l'appiattimento negli uffici l'ho sempre detestato».
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