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Messina, gli “incontri” tra prof e alunno denunciati da un genitore che ha notato strani comportamenti del figlio

Alcuni casi, a quanto pare, confermati. Tanti altri da verificare in un lavoro investigativo che si preannuncia tanto delicato quanto lungo e faticoso. L’inchiesta sugli atti sessuali tra il professore dell’Istituto d’istruzione superiore, un trentacinquenne messinese insegnante d’Inglese, e alcuni studenti non ancora maggiorenni, è destinata ad ampliarsi. Nuovi e ulteriori elementi potrebbero emergere dall’analisi dei telefonini, dei computer e dei supporti informatici sequestrati dai carabinieri, coordinati dall’Ufficio inquirente di Palazzo Piacentini, diretto dalla procuratrice facente funzioni Rosa Raffa, e dal procuratore del Tribunale per i minorenni Andrea Pagano, oltre che dalle dichiarazioni di alcune persone informate sui fatti. Sotto la lente anche gli scambi di messaggi via chat e social network, che avrebbero rappresentato il canale privilegiato per comunicare e non solo. Un’attività che richiede anche particolare delicatezza, vista la gravità dei reati contestati e la giovanissima età delle vittime. Si sta scandagliando, quindi, il periodo più recente di questo brutto resoconto, che, tra le altre cose, se non fosse stato denunciato da uno dei genitori dei ragazzi adesso parte offesa, chissà se e quando sarebbe venuto a galla. È stato, nello specifico, il padre di uno studente, avendo notato un improvviso e preoccupante mutamento nei comportamenti del figlio, a scoprire quanto accaduto e raccontare tutto alla dirigente scolastica dello Jaci. Da qui il caso è finito sul tavolo dell’Ufficio scolastico provinciale e regionale, con la conseguente adozione del provvedimento della sospensione del docente dall’esercizio delle sue funzioni ad opera del provveditore Stello Vadalà.

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