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Gli alberi che accendono il Natale a Messina, il doppio augurio di Basile: «Serenità e collaborazione»

«Serenità e collaborazione». Non è un messaggio d’auguri come gli altri, quello che diffonde il sindaco Federico Basile all’accensione del sesto e ultimo grande albero del tour che ieri pomeriggio, a partire dall’atrio di palazzo Zanca, ha via via illuminato il centro città, tagliando l’ideale nastro delle festività natalizie anche a Messina. «Serenità» è la parola più pronunciata, un augurio comune, per gli altri e per se stessi. Ma nell’altra parola, «collaborazione», che si legge quasi un auspicio, come se fosse una sorta di letterina a Babbo Natale con la quale il sindaco chiede il regalo più ambito da trovare sotto l’albero. La bella atmosfera che ha accompagnato il percorso a tappe di ieri pomeriggio crea un gioco di contrasti con le polemiche che, da qualche settimana, caratterizzano il dibattito sui tanti cantieri avviati in contemporanea in città, a partire dai famigerati cordoli che, anche ieri pomeriggio, hanno tracciato parte del tragitto percorso a piedi dal sindaco Basile, dai suoi assessori, dai vertici delle società partecipate, qualche consigliere comunale e tanti cittadini in corteo, con tanto di zampogne e le incursioni della banda musicale di Natale.
E così anche ieri, tra un albero e l’altro, tra un brindisi e l’altro, i temi divisivi di queste settimane ogni tanto fanno capolino. «Quello che stiamo facendo dopo tanti anni di stasi è una piccola rivoluzione amministrativa, diamo continuità con serenità», dice ancora il sindaco, che sottolinea, nelle diverse tappe toccate, un altro tema che diventa comune denominatore: il riappropriarsi di alcuni spazi. Via Laudamo, accanto al teatro Vittorio Emanuele, col mercatino e il terzo albero acceso (il primo dentro il Comune, il secondo nel giardino natalizio allestito in piazza Unione Europea); il grande albero “adattato” al Natale di fronte all’Università, per la prima volta acceso con luminarie pur essendo lì da 80 anni, attraverso un passaggio che, se vogliamo, assume anche un significato simbolico, alla luce di come e quanto l’Università sia stata al centro delle cronache nelle ultime settimane; piazza Lo Sardo, che per tanti continua a essere piazza del Popolo, che è la quinta e penultima “stazione” prima di quella conclusiva di piazza Cairoli. Proprio a piazza Lo Sardo, in questi anni, è stata portata a termine un’azione di riqualificazione che, manco a dirlo, non ha trovato consensi unanimi. Ieri, però, il colpo d’occhio c’era e il sindaco se n’è quasi “nutrito”: «È un altro spazio restituito alla città – le parole di Basile –, una piazza che adesso è diventata vera piazza. Questi sono progetti che si stanno concretizzando, continuiamo a lavorare perché poi i risultati piano piano si vedono».

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