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Messina riscopre l’ex Macello: entro marzo sarà avviato l’appalto da 18 milioni di euro

È uno degli angoli più nascosti e quindi sconosciuti della città. L’ex Macello di via Santa Cecilia, un po’ come tutta quell’area vicina al fascio ferroviario, nonostante fosse a poche decine di metri dal centro città, è diventato nel secolo scorso lo “sgabuzzino” della città. Quella zona che non fai vedere agli ospiti, che tieni sempre chiusa, che usi per lasciare le cose che non servono o che non ti piacciono, anche se quello sgabuzzino, magari, ha uno splendido affaccio sul mare. La riconquista di Maregrosso, partita con la liberazione del waterfront e proseguita con la realizzazione della nuova via Don Blasco ha portato alla “scoperta” di quei 10 mila metri quadri e al progetto di trasformazione urbanistica. Si è praticamente conclusa la fase tecnica preliminare che dovrà portare, entro il primo trimestre del nuovo anno, al bando dell’appalto integrato per la realizzazione dell’opera. C’è del ritardo sulla tabella di marcia ed il motivo è dettato dall’aggiornamento del progetto. Ne consueto giro di autorizzazioni preventive è stato deciso di non demolire tutto l’edificio ma di “salvarne” una parte e di ristrutturarla. Questo ha portato ad una rimodulazione del “disegno” che però adesso ha concluso la fase legata alle indagini diagnostiche, alla verifica di vulnerabilità e alle prove geognostiche. Messina si è accaparrata 18 milioni messi a bando dal Governo per le proposte di rigenerazione urbana, volte alla riduzione dei fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale.
Il progetto da 18 milioni prevede uno sfruttamento completo della zona, sia quella del Macello in sé che quella del vicino arenile. Nei padiglioni dell’ex macello, in quello d’ingresso, una biblioteca di quartiere ed alcuni spazi espositivi, una sala per incontri culturali, convegni, presentazione di libri e concerti. Uno spazio sarà riservato alle attività scientifiche. I padiglioni più prossimi alla ferrovia verranno demoliti e lasceranno spazio ad un parcheggio e ad un’area libera attrezzata per “attività di accoglienza”.

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