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Maturità ripetuta al liceo “Galilei” di Spadafora, indagata la docente per i messaggi

Il clamoroso caso di cui ha parlato tutta Italia

Adesso c’è anche uno strascico penale per la maturità “bis” che undici ragazzi hanno dovuto sostenere al liceo Galilei di Spadafora tra il 9 e l’11 novembre, la trama perfetta di un film, “Immaturi”, già visto al cinema ma poi divenuta “tragicamente” reale.

Già, perché la professoressa di storia e filosofia che ha diffuso sulla chat di wapp le famigerate cinque raccomandazioni sulle materie da preparare per il primo esame orale, quello regolare di giugno, poi annullato dal Tar dopo il ricorso di una delle studentesse “escluse” dai messaggi, è stata iscritta nel registro degli indagati dalla Procura di Messina con l’ipotesi di reato di “Rivelazione di segreto d’ufficio”, ovvero l’art. 326 c.p. che contempla questa fattispecie.

A quanto pare tra le carte dell’inchiesta della Procura di Messina emerge in maniera chiara che la professoressa inviò in una chat di classe, che però non comprendeva tutti gli alunni impegnati nell’esame, cinque argomenti “forti” da studiare per l’inizio dell’esame, e uno di questi venne effettivamente scelto dalla commissione per iniziare a dialogare con i ragazzi e sciogliere il classico ghiaccio di un esame che si ricorda poi per tutta la vita.

Questo profilo penale che ovviamente è ancora in corso di svolgimento e culminerà tra qualche tempo con l’atto di conclusione delle indagini preliminari, si aggiunge per la docente al provvedimento di sospensione, deciso sul piano amministrativo dal Provveditorato, nei giorni scorsi.

La vicenda, che ha costretto gli undici ragazzi a ripetere l’esame di Maturità, è stata innescata da una studentessa non destinataria del messaggio wapp, che dopo il primo esame aveva ottenuto un voto meno soddisfacente rispetto ai compagni, e che con l’assistenza di un legale aveva presentato dopo il primo esame un esposto relativo ai risultati della prova finale, scatenando un’ispezione dell’Ufficio scolastico regionale, che a conclusione delle verifiche aveva deciso di annullare gli esami orali.

I maturandi, che già programmavano il primo anno di studi all’università, avevano poi presentato un ricorso sul piano amministrativo contro questa decisione, ma il Tar di Catania aveva rigettato l’istanza, confermando le irregolarità riscontrate dopo la verifica.

In prima battuta con un classico decreto cautelare la ripetizione delle prove orali era stata sospesa, ma con una sentenza, a ottobre, il Tar aveva respinto definitivamente il ricorso, sottolineando la necessità di ripetere gli esami davanti a una nuova commissione.

Cosa che è stata fatta per tutti e undici gli studenti, ovvero i dieci destinatari dei messaggi telefonici, favoriti nel conoscere preventivamente alcuni argomenti d’esame, e la ragazza “esclusa” dalle facilitazioni che aveva poi presentato l’esposto.

Per quasi tutti comunque l’esame bis di novembre si è concluso nel migliore dei modi: in alcuni casi il voto ottenuto a giugno è stato anche innalzato, mentre la studentessa che ha presentato l’esposto ha avuto dalla commissione d’esame la stessa votazione che aveva ottenuto a giugno.

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