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Messina, più "files" in una stessa perizia: medici indagati davanti al gip. Presunte “contaminazioni” di elaborati

Una perizia controversa in una causa civile, frutto di una elaborazione multipla di files d’archivio. Che sarebbe stata “contaminata” per la coabitazione nello stesso studio di due medici legali, e dei loro computer. Medici che però erano per così dire su fronti opposti, ovvero uno come consulente di parte e l’altro come componente del collegio peritale dello stesso procedimento. Con il risultato finale della consegna dell’elaborato come consulenti tecnici d’ufficio da parte di uno dei medici che condivideva lo studio e un terzo professionista.
Tutti e tre sono allo stato indagati per infedele patrocinio dopo la denuncia di una delle parti in causa (questo giornale, per consuetudine deontologica, tranne che in casi particolari, ormai da anni pubblica i nomi dei medici coinvolti in casi sanitari solo dopo il primo effettivo vaglio processuale di confronto accusa-difesa, che è l’udienza preliminare, n.d.r.).
È questo l’argomento piuttosto singolare che sarà al centro della prossima udienza camerale, fissata per il 6 dicembre davanti al gip, dopo che già una prima volta la pm Roberta La Speme aveva richiesto l’archiviazione del procedimento e il gip aveva ordinato nuove indagini; richiesta reiterata dal magistrato anche dopo il supplemento di accertamenti disposto dal gip.
Ad opporsi, per non chiudere il caso, era stato nelle scorse settimane, l’avvocato Giuseppe Germanà Bozza, che assiste la parte che ha denunciato a suo tempo le presunte “commistioni di files” nella redazione della perizia per la coabitazione di studio dei due professionisti. I tre medici indagati saranno invece assistiti dagli avvocati Giuseppe Irrera e Gaetano Pellegrino.

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