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Messina, oggi l’Ateneo torna alle urne in un clima da resa dei conti

Limosani parte con un vantaggio di 37 voti da difendere. Spatari stavolta al proprio fianco ha l’ex vicario Moschella. L’ennesima puntata della contrapposizione tra due blocchi: Cuzzocrea contro Navarra

Non essendo stato raggiunto da nessun candidato, al primo turno, il quorum valido per l’elezione, oggi l’Università è tornata alle urne per scegliere il prossimo rettore. I candidati rimasti in campo sono Michele Limosani, che al primo turno ha ottenuto 539 voti, e Giovanna Spatari, che invece ne aveva ottenuti 502, ma adesso è sostenuta da Giovanni Moschella, che dopo aver preso 125 voti al primo turno si è ritirato dalla contesa.

Il quorum di validità dell’elezione pari a 677 è stato raggiunto e coincide con i 677 voti equivalenti (tra pieni e ponderati) espressi alle ore 12. Le operazioni di scrutinio si svolgeranno a partire dalle 8.30 di domani (28 novembre). Affinché uno dei due candidati venga eletto, dovrà ottenere la maggioranza assoluta dei votanti.

Alle ore 12 avevano votato complessivamente 1305 aventi diritto, così suddivisi: 539 tra docenti, ricercatori TD (di cui all’art.24 comma 3, lett. b) e dirigenti amministrativi; 74 ricercatori TD (art. 24 comma 3, lett. a); 488 tra componenti del personale T-A, lettori e collaboratori esperti linguistici; 204 tra studenti, dottorandi, assegnisti e specializzandi.

L’elettorato attivo interessato alla elezione è così composto:

Professori di ruolo, ricercatori a tempo indeterminato n. 874 – voto pieno;

Ricercatori a tempo determinato di cui all’art.24 comma 3, lett. b) della legge 240/2010 – n. 139 – voto pieno;

Dirigenti amministrativi n.6 – voto pieno;

Ricercatori a tempo determinato di cui all’art.24 comma 3, lett. a) della legge 240/2010 – n.137 (voto ponderato al 30%) voti equivalenti n.41;

Personale tecnico – amministrativo, lettori e collaboratori esperti linguistici n.- 930 (voto ponderato, 25% del numero complessivo dei professori di ruolo e dei ricercatori a tempo indeterminato) Voti equivalenti n. 218;

Studenti, dottorandi, assegnisti e specializzandi n. 15.536 (voto ponderato, 30% del numero complessivo dei rappresentanti degli stessi in S.A. CdA e nei Consigli di Dipartimento n.246) voti equivalenti n.74.

Le operazioni di scrutinio si svolgeranno a partire dalle 8.30 di domani (28 novembre). Affinché uno dei due candidati venga eletto, dovrà ottenere almeno la maggioranza assoluta dei votanti. In caso contrario, il ballottaggio si svolgerà il 1 dicembre.

I due contendenti al rettorato rimasti, Michele Limosani e Giovanna Spatari, non amano essere definiti navarriano il primo o cuzzocreaiana la seconda. E lo stesso vale per Giovanni Moschella, che da terza via si è trasformato in grande alleato di Spatari, nel solco di una continuità quasi logica, rispetto agli anni vissuti fianco a fianco nel collegio dei prorettori di Salvatore Cuzzocrea. Ma per quanto quelle definizioni siano effettivamente riduttive rispetto a percorsi e storie personali che meritano i dovuti riguardi, il bipolarismo politico nel quale l’Università di Messina si ritrova ingabbiata ormai da tempo è qualcosa che prescinde dalla volontà dei singoli. La contrapposizione tra due blocchi che si identificano nell’ex rettore Cuzzocrea e nel suo predecessore Pietro Navarra è nelle cose, aleggia su tutto l’Ateneo, finendo perfino per semplificare una realtà che, a dire il vero, è ben più complessa di così. Ma l’esito del primo turno – 539 voti Limosani, 502 voti Spatari, appena 125 per Moschella – è parsa più una conferma, che una smentita, di questo stato di cose. Con buona pace dei diretti interessati.
Del resto bastava dare un’occhiata alle presenze in aula magna, il giorno del primo spoglio. Cuzzocrea e Navarra non c’erano, almeno fisicamente, ma se ne avvertiva la presenza. E così sarà ancora oggi, così è stato anche in questo fine settimana. Da tempo, dice chi ha più memoria storica, non si assisteva ad una contesa per l’ermellino così agguerrita ed equilibrata, e non è un caso che questo tempo sia oggi, dopo anni di conflitti interni e dopo l’ennesima bufera che, travolgendo l’ex rettore, ha finito per trascinare con sé tutta la comunità accademica.
Eppure fino a pochi anni fa giocavano più o meno tutti nella stessa metà campo. Moschella e Cuzzocrea furono a lungo in ballottaggio per raccogliere l’eredità di Navarra, Limosani era prorettore di Navarra insieme proprio a Cuzzocrea, e quando quest’ultimo è diventato rettore, della sua squadra facevano parte alcuni dei docenti più vicini allo stesso Navarra. Ma non è mai stato vero amore. La candidatura di Cuzzocrea preferita a Moschella per non lasciar campo libero a Francesco Stagno D’Alcontres al Policlinico si è rivelata, nel tempo, una strada destinata ad allontanarsi dal percorso immaginato da Pietro Navarra. I cui uomini si sono sfilati o sono stati fatti fuori col passare dei mesi.

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