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Messina, il sogno di Luana Scalera: da “sarta delle bambole” ad aspirante imprenditrice

Luana Scalera

Messinese, 40 anni e una passione nata quando ne aveva appena 8, iniziando a cucire i vestiti delle bambole: Luana Scalera è la vincitrice del concorso Stillsarti, indetto dal Circolo dei maestri sarti; la cerimonia si è svolta domenica scorsa, giorno in cui il Circolo ha celebrato il patrono Sant’Omobono, vissuto nel XII secolo e ricordato per l’attività di commercio di stoffe svolta nella città di Cremona della quale è patrono. Crescendo e dedicandosi all’attività familiare, la passione di Luana era stata «chiusa in un cassetto» con la tacita certezza che «prima o poi lo avrebbe riaperto». Lo scorso anno Luana decide di iscriversi alla scuola di modellistica del maestro Santi Macchia, titolare insieme alla moglie Santa Italiano del piccolo laboratorio di via La Farina dove nascono le divise dei tiratori della Vara.

«Volevo riprendere quello che avevo accantonato tanti anni prima e sapevo che da Santi avrei imparato il mestiere come si faceva una volta; devo tutto a lui, un artigiano competente e generoso», racconta. È stato proprio Macchia a sua insaputa, consapevole del talento della giovane, a iscriverla al concorso nel quale Luana è riuscita a sbaragliare altri sette concorrenti (Francesca Ranere, Giovanni Gaetani, Silvia Giorgianni Virginia Ruggiero, Parthiban Vooly, Maria Panarello) realizzando una giacca modello Chanel. «La moda anni ‘50 mi ha sempre affascinato per le linee eleganti e misteriose che ho cercato di riprodurre sul cartamodello disegnato», ha detto, spiegando che la particolarità della confezione, per la quale c’è voluto un intero mese di lavoro, sta tutta nelle rifiniture di grande pregio (dagli interni alla passamaneria esterna). Per Luana ora ci sarà il concorso nazionale, con la speranza di poter lavorare nel settore aprendosi magari un giorno una sartoria tutta sua.

«In quel pezzo di stoffa che diventa abito c’è tutta la mia creatività, questo è un prodigio che si rinnova ogni volta, consapevole del valore particolare del tempo impiegato», afferma la giovane; il suo auspicio è che sia il taglio e cucito nel quale il made in Italy è sempre stato ai primi posti nel mondo, come tanti altri mestieri artigianali, possano tornare ad attrarre i giovani dando loro la possibilità di mettere in gioco il proprio talento. È questo che il Circolo dei maestri sarti di Messina cerca di fare, rinnovando l’impegno a favore di un settore che ha bisogno di essere rivalorizzato anche al sud. Alla messa celebrata a S. Caterina e presieduta dal parroco mons. Giò Tavilla, è seguito l’omaggio floreale all’icona di via Giordano Bruno, dove nel 18mo secolo sorgeva l’omonima chiesa, alla presenza del presidente del Circolo Santi Morabito e del governatore della confraternita di S. Omobono Santi Macchia, una tradizione di lunga memoria risalente al 1563, portata avanti dalle generazioni di sarti che si sono susseguite sino ad oggi.

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