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Qualità della vita, Messina sprofonda: ma troppi indicatori non convincono

Perde nove posizioni, precipita al centocinquesimo posto e, se vigesse la regola delle tre retrocessioni, la provincia di Messina sprofonderebbe giù, in una imprecisata serie inferiore, assieme a quelle di Caltanissetta (penultima) e Crotone (abituata a essere quasi sempre il fanalino di coda delle classifiche nazionali).

Stando ai numeri della nuova indagine sulla Qualità della vita, realizzata da Italia Oggi e ItalCommunications, per Messina è un vero e proprio tracollo. A parte Caltanissetta e Crotone, è la provincia dove si vivrebbe peggio in Italia. Ora, sia chiaro, queste graduatorie vanno prese per quelle che sono, e ingenerano molti dubbi sui criteri scelti e sulle valutazioni, però offrono spunti di riflessione e, per certi aspetti, sono utili strumenti per capire dove intervenire per migliorare almeno alcuni parametri, lì dove è possibile.
Per il resto, come ogni anno, queste stesse classifiche si trasformano nel solito “spot” in favore delle città e delle province del Centro-Nord, con il Sud relegato a fastidiosa appendice di questo Paese che continua a essere “disunito” e continua a procedere “a doppia velocità”.

Tracollo siciliano

Il Report, realizzato in collaborazione con l’Università “La Sapienza” di Roma e giunto alla sua XXV edizione, vede l’avvicendarsi in cima alla classifica della provincia di Bolzano (che da seconda diventa prima) con quella di Trento (che da prima scende in quarta posizione). Sul podio Milano e Bologna. Nella top ten Firenze, Padova, Parma, Monza (e la Brianza), Aosta e Pordenone. Per trovare le prime città del Sud bisogna arrivare oltre la soglia del 70, con le lucane Potenza (71) e Matera (72), poi Cagliari, Chieti, Frosinone, Benevento, Sassari, Nuoro, Campobasso, Rieti, Latina, Bari, Avellino, Lecce, Barletta, Salerno, Catanzaro. Prima delle siciliane è la provincia di Ragusa (posizione 88), quindi Trapani (93), Palermo (98), Enna (100), Siracusa, Catania, Agrigento, Messina e Caltanissetta, una dopo l’altra, nel baratro dove in fondo giace Crotone. La nostra dirimpettaia, Reggio Calabria, è novantacinquesima. La città più importante del Sud, Napoli, è novantanovesima. Insomma, un disastro.

L’Italia disunita

Prima di vedere nel dettaglio la “performance” messinese, precisiamo che le aree dell’indagine riguardano: Ambiente; Istruzione e Formazione; Popolazione; Reati; Reddito e Ricchezza; Sicurezza sociale; Sistema Salute; Tempo libero. E ancora una precisazione che viene posta in premessa dallo stesso quotidiano economico Italia Oggi: «La “qualità della vita” è un fenomeno multidimensionale caratterizzato da dinamiche non lineari, determinato com’è da un insieme estremamente eterogeneo di cause che si sovrappongono e interagiscono tra loro sul territorio. È solo nel lungo periodo, quindi, che risulta possibile individuare eventuali tendenze di fondo». In ogni caso, alcune di queste tendenze, analizzate nell’arco degli ultimi 5 anni, appaiono con clamorosa evidenza: 1) la frattura tra il Centro-Nord e il Sud che, anziché diminuire, va aggravandosi di anno in anno; 2) l’incremento di aree di disagio sociale, concentrate in gran parte nel Mezzogiorno; 3) la forte ripresa, dopo la pandemia, delle Città metropolitane, ma solo di quelle del Centro-Nord. E allora vediamo come si colloca Messina nelle varie classifiche di tappa, che determinano, alla fine, l’impietoso risultato generale.

Affari e lavoro

La provincia di Messina si conferma in posizione numero 103, la stessa del 2022. Qui nei primi tre posti troviamo Bolzano, Bologna e Cuneo. La dimensione Affari e lavoro comprende otto indicatori, che riportano informazioni sul mercato del lavoro (a partire dal tasso di occupazione e di disoccupazione), sulla mortalità delle aziende e sulla nascita di nuove imprese, sulla densità di start-up e Pmi innovative, sull’importo dei protesti per abitante. In questa particolare graduatoria, spiccano due dati, uno sostanzialmente positivo, l’altro così negativo da condizionare il responso definitivo relativo a questa dimensione. Il primo: Messina è al cinquantunesimo posto (in forte crescita rispetto al 2022), per quel che riguarda il numero di start-up e Pmi innovative su ogni 100mila abitanti. Il secondo: Messina è all’ultimo posto per tasso di occupazione femminile. E questa è una piaga che non si riesce a debellare.

Ambiente

Messina si classifica al penultimo posto, dietro di lei c’è solo Catania. Nei singoli parametri della dimensione ambientale Messina non sfigura, sia per le vantaggiose condizioni geoclimatiche rispetto a tante altre città e province (molto più inquinate, soprattutto in riferimento allo stato dell’aria) sia per i progressi compiuti nella raccolta dei rifiuti solidi urbani (siamo al 53esimo posto). Addirittura il capoluogo sale al 35esimo posto per disponibilità di aree pedonali; è al 79esimo per offerta di trasporto pubblico locale. Scende, però, precipitosamente come densità di verde urbano nel capoluogo, al centocinquesimo posto su 107. Nella graduatoria di quest’area, le prime tre sono le province di Bolzano, Padova e Mantova.

Reati e Sicurezza

La provincia di Messina si classifica in trentesima posizione e sarebbe, dunque, un ottimo risultato, se pensiamo che al centosettesimo posto c’è la grande Milano. Sul podio vi sono le “tranquille” Ascoli Piceno, Pordenone e Frosinone. Gli indicatori sono i reati contro la persona, quelli contro il patrimonio, gli omicidi, i tentati omicidi, i casi di lesioni dolose e percosse, i sequestri di persona, le violenze sessuali (Messina è al 74esimo posto), gli scippi e le rapine (siamo tra le prime otto città dove avvengono meno borseggi), i reati connessi allo sfruttamento della prostituzione, i furti d’auto e i furti in appartamento, le estorsioni, le rapine in banca, le truffe e frodi informatiche e, di conseguenza, la “cybersicurezza”.

Sicurezza sociale

Una delle apparenti (solo apparenti?) contraddizioni di queste classifiche la riscontriamo proprio in questa dimensione. Perché se, da un lato, come si è visto, Messina è tra le prime trenta per reati (in senso positivo, in questo caso la classifica va letta al contrario, cioè Milano è la provincia dove avvengono più reati), per Sicurezza sociale è, invece, all’ultimo posto. Quali sono gli indicatori? Passiamo dagli infortuni sul lavoro ai morti per tumore; dagli incidenti stradali ai suicidi; dal tasso di disoccupazione giovanile ai reati a sfondo sessuale contro i minori; dai ricoveri per Tso ai disabili; dalla mortalità over 65 al tasso di inattività tra i 24 e i 35 anni. Prato, Bolzano e Vicenza sono le tre province meglio classificate per Sicurezza sociale.

Istruzione e formazione

Su questo fronte, la nostra provincia si colloca in novantacinquesima posizione. Le prime tre sono, invece, Bologna, Trieste e Trento. Qui gli indicatori riguardano la partecipazione alla scuola dell’infanzia, le persone in possesso almeno di un diploma di istruzione secondaria, quelle in possesso di una laurea (Messina è al centoduesimo posto), la partecipazione a programmi di formazione continua (anche in questo caso, siamo 102esimi), studenti con adeguate competenze alfabetiche e numeriche.

Popolazione

Nel 2022 la nostra provincia era all’ottantasettesimo posto, ora è scesa al novantanovesimo. Prime sono Bolzano, Trento e Treviso. Gli indicatori? Il tasso di mortalità su ogni mille residenti, il tasso di emigrazione, l’indice di vecchiaia, gli immigrati, le nuove nascite, il numero medio di figli per donna (qui è 1,8), la speranza di vita alla nascita (Messina è al centoduesimo posto, con un media di 81 anni, rispetto agli 84 di Treviso e Trento, prime in questa graduatoria) e la speranza di vita a 65 anni.

Il Sistema Salute

Troviamo sorprendentemente la nostra provincia al tredicesimo posto, in questa classifica guidata dalla molisana Isernia, con dietro Terni e L’Aquila. Gli indicatori riguardano i posti letto nelle varie strutture sanitarie e il complesso delle apparecchiature diagnostiche. Un esempio: Messina è al settimo posto in tutt’Italia per posti letto in Cardiologia e Cardiochirurgia ed è tredicesima per le apparecchiature diagnostiche.

Tempo libero

La provincia di Messina è al centro della classifica, in posizione 58. Le prime tre sono Siena, Rimini e Aosta. Gli indicatori riguardano le strutture turistiche e quelle dedicate al tempo libero, gli alberghi, gli agriturismi, i bar e caffè, le sale cinematografiche, le palestre, le associazioni ricreative, artistiche e culturali, librerie.
Reddito e Ricchezza Infine, l’ultima macro-area vede Messina collocata al 93esimo posto. In questo caso, gli indicatori variano dal reddito pro-capite alla retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti, dall’importo medio delle pensioni alla ricchezza patrimoniale pro-capite, dai prezzi degli appartamenti alla variazione dei prezzi al consumo, dalle sofferenze bancarie dei prestiti alle famiglie ai percettori di pensioni di basso importo.

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