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Corsa al Rettorato, che clima si respira a Messina? I tre candidati si sfidano a colpi di denunce e rivendicazioni

Qual è il clima nel quale l’Università si appresta ad andare alle urne per scegliere il prossimo rettore? Inevitabile chiederselo, viste le circostanze che hanno portato al voto anticipato – le burrascose dimissioni dell’ex Magnifico, Salvatore Cuzzocrea – e quelle che continuano a verificarsi dentro l’Ateneo, come altre dimissioni, quelle del direttore del dipartimento Chibiofaram (il dipartimento di Cuzzocrea), prof. Sebastiano Campagna. Inevitabile anche chiederlo ai tre candidati al rettorato, che venerdì sera si sono confrontati a Scirocco, su Rtp: il direttore di Economia, Michele Limosani; l’ex prorettore vicario (dimissionario pure lui, lo scorso settembre), Giovanni Moschella; la prorettrice uscente alle Pari opportunità, Giovanna Spatari.
E tutti e tre hanno detto la loro sull’atmosfera di questa campagna elettorale. La denuncia più forte, per certi versi, è arrivata da Moschella. «Purtroppo c'è un eccessivo interesse, rispetto a queste elezioni e a certe aree dell'Università, da parte di alcuni politici che girano al Policlinico e negli uffici amministrativi, e non faccio riferimento naturalmente a colleghi. È come se da parte di qualcuno ci sia l’idea di fare dell’Università una sorta di feudo elettorale. Bisognerebbe capire quali sono gli interessi da parte di persone che non fanno parte dell'Università a sostenere un candidato piuttosto che un altro». Nomi Moschella non ne ha fatti, né dei politici in questione, né dei candidati che da quei politici sarebbero sostenuti («ma io non sono», ha detto sorridendo). Ma ovviamente nessuno ha rivendicato un qualunque sostegno politico esterno. Sul clima che si respira, invece, Spatari ha ammesso che all’inizio «per me è stato pesante, c’è stata una fase di disorientamento iniziale molto forte. E c'è stata una eccessiva tendenza a fare l’analisi del passato. Adesso mi sento molto serena, in questa fase sono un candidato che cammina serenamente sulle sue gambe».
Limosani è il candidato più d’attacco: «Ho trovato un clima di incertezza e profondo smarrimento, nel quale era difficile rendersi conto della portata degli eventi. Via via, girando per l’Università, ho trovato molta voglia di voltare pagina e di ricominciare. C’è voglia di lasciarsi alle spalle il passato».
Inevitabile anche chiedersi quali eventuali accordi potrebbero profilarsi, nel caso in cui (più che probabile) si dovesse andare oltre il primo turno di giovedì 23 (il secondo è lunedì 27, il ballottaggio venerdì 1° dicembre). I messaggi arrivati dai tre candidati sono stati impliciti, ma per altri versi chiari: «Ognuno è concentrato sulla propria campagna elettorale – ha provato a “dribblare” Spatari –. Con il prof. Moschella ho condiviso un percorso, ho lavorato più con lui che con il prof. Limosani». Prove generali di apparentamento? Moschella ha aggirato l’ostacolo: «Ho presentato la mia candidatura come proposta alternativa ad entrambi. Sono entrambi avversari allo stesso modo? Devo dire che mi ha colpito il fatto che il prof. Limosani tende ad avere una posizione un po’ pungente nei miei confronti...». E quindi ecco Limosani: «I professori Moschella e Spatari sono stati esponenti autorevoli della precedente governance, uno è stato il prorettore vicario e braccio destro del prof. Cuzzocrea. Sono due facce della stessa medaglia. E la mia proposta è alternativa perché non ho condiviso la linea dell’amministrazione uscente».
Una linea che ha creato divisioni su più di una questione, come quella dello sport universitario, l’addio al Cus e l’avvio della Ssd Unime. «Non vorrei che alcuni atteggiamenti del nostro Ateneo abbiano messo il Cus in difficoltà e indirettamente ne abbiano determinato il fallimento – ha rilevato Limosani –. L’attuale gestione della Ssd Unime ha presentato un bilancio in difficoltà, i costi che l’Università sostiene sono di circa 3 milioni». Ma Moschella ha ribaltato la visione: «Per carità di patria non esibisco alcune foto che ritraggono le condizioni in cui erano stati lasciati dal Cus i locali della cittadella universitaria. Lo stato di fallimento del Cus rimane, l’ipotesi di tornare al Cus e di riaffiliarlo al Cusi è impraticabile». Anche Spatari ha escluso dietrofront: «Il modello della Ssd mi è piaciuto, ha consentito un ampio margine di manovra, abbiamo messo a disposizione i nostri impianti anche di associazioni sportive per allenamenti. C’è stato un bilancio con un profondo passivo nella fase d'avvio, i numeri dal 2022 sono in netto miglioramento».

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