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Tari a Messina, in arrivo aiuti per 5 milioni. Le esenzioni nel 2024?

La Regione ha riconosciuto un rimborso per gli extracosti dei rifiuti all’estero. Domande per le riduzioni fino al 30, forse scivola l’incasso

Ristori per gli extracosti dello smaltimento dei rifiuti, lo slittamento dei termini per la presentazione delle istanze per la riduzione ed esenzione Tari. C’è un bel po’ di materiale nuovo nel capitolo della macrogestione dei rifiuti.
Partiamo dalla novità più recente. L’assessorato regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità ha pubblicato il decreto con cui ha assegnato le risorse ai comuni della Sicilia orientale che hanno subito i maggiori danni economici dall’impennata clamorosa dei costi di smaltimento in discarica della frazione indifferenziata dei rifiuti. A partire da metà del 2022 una tonnellata di immondizia portata all’impianto catanese di Sicula Trasporti ha avuto un rincaro che ha sfiorato il 150%. Si è arrivata a pagare 1000 chili fino a 436 euro, quando meno di un anno prima il costo era di circa 150 euro. Il motivo dell’impennata era dovuto al fatto che la capienza per l’abbancamento era praticamente esaurita e i rifiuti, dopo un trattamento nell’impianto, finivano in altre discariche siciliane con ultracosti di trasporto. E quando ci si è resi conto che anche gli altri impianti erano vicini alla saturazione, l’indifferenziata ha iniziato a viaggiare all’estero finendo in Olanda. I costi di queste “trasferte” sono finite a carico dei singoli comuni che non hanno margini di manovra sulla scelta del proprio riferimento, perché imposto dalla Regione. A cascata, i diversi milioni in più versati alla Sicula Trasporti per lo smaltimento sono finiti nella Tari dei messinesi come in quelle degli altri siciliani. Non a caso il tributo del 2023 è stato il più caro di sempre superando i 60 milioni, nonostante i salti mortali con cui il Comune è riuscito a limare i costi pro capite allargando il più possibile la platea.
Adesso la Regione ha riconosciuto un aiuto ai comuni della Sicilia orientale (quelli occidentali non hanno dovuto ricorrere agli invii all’estero) per alleggerire il peso degli extracosti. In bilancio lo stanziamento era di 45 milioni ma le richieste erano per 54 milioni, così, in maniera lineare a tutti è stato tagliato il 17%. A Messina verranno riconosciuti 5.591.101,93 euro che è 9% dcirca el costo dell’intera Tari e più o meno un terzo di quanto speso per lo smaltimento della frazione indifferenziata in discarica dopo il trattamento. Al netto del taglio lineare del 17%, Messina avrebbe dovuto avere 6,8 milioni di euro. Nella lista dei comuni spiccano i 13 milioni che saranno inviati a Catania e che ha una raccolta differenziata decisamente inferiore (paradossalmente riceverà di più chi fa meno porta a porta in una sorta di condono tombale), gli 879mila euro per Barcellona, i 357mila di Milazzo, i 456 mila di Taormina. Questi soldi, che fanno riferimento agli extracosti maturati nell’ultimo semestre del 2022 e nel primo del 2023, serviranno a ridurre il carico Tari del 2024, visto che oramai il tributo di quest’anno è definito. Ma la domanda è: e per il periodo successivo che succederà? È un aiuto una tantum o strutturale? Oggi i rifiuti continuano ad andare all’estero e a costare 380 euro a tonnellata.

Esenzione posticipata

E giovedì l’amministrazione comunale ha deciso di posticipare al 30 novembre il termine per la presentazione delle istanze per ottenere l’esenzione e la riduzione della Tari. Sarebbe dovuto scadere ieri, ma per far fronte ad una discrasia fra il bando e la delibera che ha autorizzato il sostegno alle famiglie in disagio economico (dovrà esserci un nuovo passaggio in Consiglio) e per garantire altre adesioni, è stato deciso il posticipo.

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