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Barcellona, dissesto finanziario del Comune: comincia il cammino. La Giunta rassicura: nessuna conseguenza per i cittadini

«Il dissesto? Scelta obbligata, necessaria e responsabile». Ad affermarlo al termine di un percorso che ha portato ad un approfondito esame dei conti comunali, avviato lo scorso febbraio e supportato anche dagli organi ministeriali, la Giunta presieduta dal sindaco Pinuccio Calabrò che ha preso una decisione – afferma – «di grande responsabilità nei confronti della città: l'approvazione della procedura che si concluderà con la dichiarazione di dissesto».
Questa misura, sancita ieri con l'approvazione della bozza di delibera, viene ritenuta dagli amministratori di Palazzo Longano resa indispensabile dalla «gravità della situazione finanziaria pregressa, e adottata con la consapevolezza che è l'unica soluzione in grado di avviare una fase di rilancio e di stabilità finanziaria, permettendo di proiettare il Comune verso un futuro di sviluppo». Vi sarebbe l'impossibilità di riequilibrare il Bilancio. Per far quadrare il Previsionale, infatti, mancano 14 milioni di euro. Oltre 10 milioni servono per garantire i servizi essenziali, dai rifiuti all'acquedotto, a causa delle minori entrate – rispetto ai costi – che sono state registrate. Altri 4 milioni, invece, derivano da minori trasferimenti. Il Piano di riequilibrio ha pesato non poco, aggravando i conti a causa della sua mancata applicazione, a cominciare dall'alienazione dei beni che ha fruttato appena 16 mila euro a fronte dell'apertura di una nuova voragine.
Infatti, sin dalla fine di febbraio, la giunta Calabrò, rinnovata a seguito di eventi politici significativi, ha intrapreso un'azione di trasparenza per comprendere le cause che hanno portato l'Ente a trovarsi in una situazione economica critica, causando «ritardi nei pagamenti ai fornitori e difficoltà nel reperire risorse per garantire i servizi essenziali». Si è è così scoperto «un Piano di riequilibrio finanziario predisposto dalla precedente amministrazione, che prevedeva tassazioni al massimo per i cittadini e ostacoli nell'attuazione di misure correttive».

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