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Taormina, scontro tra De Luca e Lo Presti. Inviata una relazione in Procura

Al comandante della Polizia locale non è piaciuto il j’accuse del sindaco. A scatenare il tutto la sospensione idrica in un albergo

La “guerra dell’acqua” in città, fatta di distacchi ad utenze “eccellenti” e pesanti accuse mosse all’interno del Municipio, potrebbe avere presto risvolti di natura penale.
La pesante invettiva del sindaco Cateno De Luca, che ha accusato di ingerenze anche il comandante della Polizia locale, Daniele Lo Presti, provocherà sicuramente conseguenze oltre quella di aver fatto aumentare il gelo tra il primo cittadino e il dirigente di Palazzo dei Giurati.
Secondo il sindaco il comandante sarebbe stato contattato di sera, nei giorni scorsi, dal titolare di un’attività alberghiera alla quale era stata interrotta la fornitura idrica per la presenza di allacci irregolari e prelievi abusivi dalla rete comunale: «Pare che l’autore del furto d’acqua si sia permesso di dire al comandante che quella messa in atto era un’azione di sciacallaggio del sindaco e mi avrebbe denunciato - ha raccontato De Luca - ma non ho capito come mai il comandante, mentre era in congedo, pare si sia permesso di telefonare e chiedere l’immediato ripristino dell’utenza. Ci sono troppe cose strane, sono pronto a denunciare tutte le coperture oltre quelle già individuate e così vedremo a che titolo alcuni inquilini del Palazzo compiono ingerenze e si occupano delle forniture dell’acqua».

Una sfuriata che, sicuramente, non è andata giù a Lo Presti, soprattutto per i termini usati nei confronti del massimo vertice della Polizia locale, che avrebbe dato una versione diversa di quanto accaduto spiegando di essere stato contattato da un utente che comunicava di aver subìto il distacco della fornitura idrica, pur ritenendo di essere in regola con il Comune, e al quale avrebbe consigliato come muoversi per esporre le proprie ragioni, dunque senza ingerenze con il lavoro degli altri dipendenti comunali. Tesi, quella del comandante della Polizia locale di Taormina, messa nero su bianco in una relazione giunta alla Procura della Repubblica di Messina, che potrebbe occuparsi della vicenda e degli eventuali ulteriori sviluppi.

«Chi si è permesso di definire il taglio dell’acqua come un atto di sciacallaggio si è presentato al Municipio - ha spiegato poi il sindaco - si tratta di un albergo che aveva 50 clienti ma non importa, davanti ad un furto d’acqua stacco la fornitura e presento la denuncia all’autorità giudiziaria. È inutile provare a sanare o cercare me, consiglieri, assessori, funzionari comunali, amici e conoscenti nel Palazzo. Non consento ingerenze che dovranno poi essere spiegate all’autorità giudiziaria e chi mi cerca per essere coperto sarà denunciato. Con me ognuno deve stare al suo posto». Affermazioni che non contribuiscono di certo a rasserenare il clima nel Municipio, dove le pressioni lavorative non sono quelle del passato e sono aumentate anche per il cambio di mentalità imposto dalla nuova Amministrazione comunale, soprattutto in settori nevralgici come quello della Polizia locale, con un Comando che sconta una forte carenza di organico visto che sono in servizio solo quattro agenti e un ufficiale, oltre quattro ausiliari, a fronte di una pianta organica che prevede 33 agenti e tre ufficiali.

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