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Ospedale di Milazzo, i numeri dell’emergenza: dai posti dimezzati nel pronto soccorso alla carenza di medici rianimatori

Si riapre a Milazzo la battaglia sull’ospedale, ammesso che si sia chiusa. Dopo mesi di silenzio, di mugugni da parte dei politici locali e di levate di scudi, queste sì vibranti, da parte dei cittadini, la questione Ospedale torna in primo piano. E stavolta a lanciare gli strali nei confronti dell’Asp è stato il sindaco Midili, partendo dalla carenza di una guida per la struttura. Il primo cittadino ha contestato che il direttore sanitario previsto per il “Fogliani” sarebbe a Milazzo un solo giorno a settimana. In questo modo nessuna gestione è possibile in condizioni di normalità, figurarsi in un nosocomio che è sempre in emergenza. E, si badi bene, non facciamo riferimento solo al pronto soccorso che rappresenta la punta dell’iceberg delle criticità da oltre un ventennio, ma ai tanti problemi che riguardano tutti i reparti, come più volte evidenziato con note ufficiali alla Regione.

Ecco lo screening della situazione. I posti di “Osservazione breve intensiva” sono solo 4 e funzionano male, non essendo presente la terza unità medica dedicata ai posti di osservazione intensiva. Dovrebbero passare ad almeno 8-10 posti letto di Osservazione Breve Intensiva, come prevede la legge regionale sui Dea (Dipartimenti di emergenza ed accettazione) di primo livello, come dovrebbe diventare Milazzo. La struttura ospedaliera di Dea di I livello esegue tutti gli interventi previsti per l’ospedale sede di pronto soccorso e svolge funzioni di accettazione in emergenza urgenza per patologie di maggiore complessità, con le funzioni di osservazione e breve degenza, di rianimazione. Chiaramente le prestazioni sono legate ai vari codici attribuiti all’arrivo del paziente e così i codici verdi (che sono la maggioranza) sono costretti a interminabili attese anche se arrivano nel presidio prima di un codice rosso. Una gestione questa che andrebbe modificata con la creazione, come sta facendo l’Emilia Romagna dei Pta (Punti di prima accoglienza) dove saranno fatti confluire obbligatoriamente i codici verdi e bianchi.
Dal punto di vista dell’organico mancano 5 medici e 6 infermieri. OBI operativo con 4 posti letto. Gravissimi deficit di apparecchiature: manca persino l’ecografo e l’apparecchiatura per esecuzione di emogasanalisi.

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