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Messina, è battaglia legale sull’isola pedonale: 14 commercianti si rivolgono al Tar

Quattordici esercenti del viale San Martino e delle strade limitrofe si rivolgono al Tar di Catania, chiedendo lo stop all’intero Pums. Contestata soprattutto la versione estesa fino a Villa Dante. Il Comune pronto a difendersi

Finisce al Tar l’eterno dibattito sulle isole pedonali. Nello specifico, quella di viale San Martino, osteggiata soprattutto da alcuni commercianti del Viale stesso e delle strade limitrofe, che adesso hanno deciso di affidarsi ad un legale, l’avvocato Giuliano Saitta. Sono quattordici gli esercenti che si sono rivolti al Tar di Catania per chiedere l’annullamento della delibera con cui, il 23 giugno scorso, la Giunta Basile ha adottato il Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums), che però deve ancora essere sottoposto al consiglio comunale. Non ha, in sostanza, ancora concluso il proprio iter.
Ma i 14 esercenti (titolari di una farmacia, alcuni negozi di abbigliamento, una gioielleria, un ristorante, un bar, un tabacchi, ma anche rivendite di articoli per parrucchieri e per animali domestici) hanno fretta. E mettono nel mirino, rispetto all’intera progettazione del Pums, solo un punto: l’isola pedonale di viale San Martino. Ed in particolare la versione più estesa a cui ambisce l’Amministrazione, quella che collega piazza Cairoli a villa Dante. Il Comune si difende affidandosi all’avvocato Santi Delia, in una partita al Tar che, in assenza di richiesta di sospensiva, difficilmene si giocherà in tempi brevi.
Uno degli elementi principali del ricorso è la contradditorietà di quanto previsto dal Pums (un’isola pedonale estesa, da piazza Cairoli a Villa Dante, in aggiunta a quelle già pianificate) rispetto a quanto stabilito dal Pgtu, il Piano generale del traffico urbano, e cioè «un’unica area pedonale di collegamento tra piazza Duomo e piazza Cairoli», una scelta a cui si è arrivati «dopo un ampio dibattito e sulla base di diverse alternative». Con il Pums, contestano gli esercenti, «il Comune, a distanza di neppure nove mesi, ha deciso di istituire un’area pedonale di lunghezza quasi doppia rispetto a quella già prevista, senza fare cenno ad alcun dibattito di natura politica o tecnica, senza alcun confronto con la cittadinanza e senza la previsione di proposte progettuali alternative». E senza, aggiungono, «un’esigenza sopravvenuta», anche rispetto alle sperimentazioni fatte nei mesi scorsi, limitate al tratto del Viale compreso tra piazza Cairoli e via Santa Cecilia (quello che è attualmente pedonalizzato, peraltro). Né, viene sottolineato, è ritenuto sufficiente il forum organizzato dal Comune il 30 giugno 2021, al quale «hanno partecipato 36 cittadini», e cioè «un campione trascurabile e del tutto inidoneo ad integrare un’effettiva partecipazione della cittadinanza».

Anche nel ricorso viene ribadito che «la scelta di limitare l’isola pedonale dal venerdì sera alla domenica notte potrebbe essere ragionevole (il periodo ideale per dedicare il proprio tempo libero al passeggio e allo shopping è costituito dal fine settimana); al contrario, la preclusione del traffico veicolare anche nei giorni lavorativi appare obiettivamente incongrua», con il viale San Martino che «si rivelerebbe una sorta di isola “desolata”».
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