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Messina, i rimborsi all'ex rettore Cuzzocrea: la Procura apre un'inchiesta. Sequestrati atti: ci sono indagati

Si chiama in gergo giuridico “ordine di esibizione”. E al rettorato dell’Università, che è a due passi dal Palazzo di giustizia, proprio di fronte, perfino i muri se lo aspettavano dopo quello che è successo nelle ultime settimane sul “caso rimborsi” dell’ormai ex rettore Salvatore Cuzzocrea, che si è dimesso il 9 ottobre scorso lasciando anche la poltrona di presidente della Crui. Sono stati gli investigatori della Guardia di Finanza a presentare l’ordine di esibizione in copia degli atti di tutta la vicenda negli uffici del rettorato, su delega della Procura. E hanno lavorato parecchie ore per prelevare l’intera documentazione amministrativa sul “caso rimborsi”.

Questo significa che la Procura su questa vicenda ha aperto un fascicolo. E alla Gazzetta risulta che in Procura, nei giorni scorsi, è stato sentito a lungo come “persona informata dei fatti” anche Paolo Todaro, il senatore accademico e sindacalista della Fgu Gilda Unams-Dipartimento Università che ha mandato a suo tempo un esposto alla magistratura sul “caso rimborsi”.

E secondo indiscrezioni il fascicolo aperto in Procura conterrebbe già il nome di alcuni indagati, per il momento con l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio. È chiaro che siamo solo alle fasi iniziali dell’inchiesta, e potrebbero cambiare sia il novero degli indagati sia il quadro complessivo delle ipotesi d’accusa. Così come nei prossimi giorni è ipotizzabile che si potrebbero registrare nuove visite degli investigatori della Guardia di Finanza al rettorato per acquisire altri atti, e non solo nella sede centrale dell’ateneo.

L’importo complessivo che Todaro citava nel suo esposto depositato in Procura è di oltre 2,2 milioni di euro, che sarebbero stati rimborsati al rettore Cuzzocrea tra il 2019 e il 2023. Ma l’attenzione si è poi concentrata su quattordici casi, effettuati in favore di una società, la Divaga srl, la cui proprietà è divisa tra lo stesso Salvatore Cuzzocrea, all’80 per cento, e la moglie Valentina Malvagni, al 20 per cento, e di cui risulta amministratrice unica è la madre, del rettore, Eugenia Maria Salvo, vedova di Diego Cuzzocrea, anche lui in passato rettore dell’ateneo messinese. La Divaga srl è un’azienda agricola con due dipendenti, che ha sede a Viagrande, un centro alle falde dell’Etna.
Dopo il grande clamore suscitato dalla vicenda si sono registrate anche a livello regionale e nazionale diverse prese di posizione. È intervenuto tra gli altri il deputato nazionale Filiberto Zaratti, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra nella commissione Affari costituzionali della Camera: «La ministra Bernini - ha scritto due settimane fa Zaratti -, intervenga subito per ripristinare legalità, trasparenza e onorabilità dell’ateo di Messina dove il rettore Cuzzocrea, anche Presidente della Crui, sembra aver speso diversi milioni su cui sono necessari approfondimenti contabili».

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