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Longano ancora a rischio esondazione: ritardi senza fine

Calabrò scrive alla Protezione civile regionale: «La città non può più attendere»

I ritardi accumulati negli ultimi 12 anni dalla Protezione civile, prima con la progettazione delle opere di messa in sicurezza del territorio e adesso con l'acquisizione di un ultimo parere sugli stessi progetti, stanno causando forti preoccupazioni per il timore che i fenomeni alluvionali susseguitisi sul territorio cittadino possano ripetersi con effetti ancora più gravi. Da Palazzo Longano è stato inoltrato un urgente appello perché si realizzino gli interventi di Protezione civile. Sono trascorsi 12 anni dal drammatico 22 novembre 2011, una data rimasta impressa nella memoria di tutti.
Quel giorno, un'implacabile alluvione causò l'esondazione del torrente Longano, sommergendo il centro urbano sotto una coltre di fango. Il ponte di Calderà, sulla strada costiera, crollò, “erodendo” anche la serenità della comunità locale che ha visto realizzare l'opera con fondi comunali e con notevole ritardo rispetto al disastro. Da allora, si attendono ancora le necessarie opere di messa in sicurezza del territorio, previste dall'ordinanza del capo del Dipartimento della Protezione civile 11 del 2011, e poi rifinanziate con l'ordinanza 71 del 2013. Ma questi interventi hanno accumulato ritardi ingiustificabili, mettendo a rischio la sicurezza collettiva.
Il sindaco Pinuccio Calabrò, stanco dell'ennesimo ritardo comunicato due giorni fa dalla Protezione civile regionale, ha sollevato l'allarme, scrivendo al Dipartimento regionale della Protezione civile, al presidente della Regione e all'assessore al Territorio ed ambiente, ai ministri della Protezione Civile e delle Infrastrutture, chiedendo interventi immediati per superare i ritardi. In questi anni le alluvioni non si sono fermate al 2011.

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