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Porto di Tremestieri, ora serve una svolta

Ieri il primo incontro fra la nuova azienda e il Comune, ma il nodo restano i 43 milioni che mancano

Il Tremestieri

Si rischia una lunga e pericolosa impasse, esattamente quello che non ci voleva, per il porto di Tremestieri. Altro che ripresa immediata del cantiere dopo la conclusione della vicenda giudiziaria della cessione del ramo d’azienda.
Lo stop dell’opera che dovrebbe rappresentare la nuova porta della Sicilia per chi viene dal mare potrebbe prolungarsi ancora per chissà quanto tempo se non si sblocca l’ingranaggio dei fondi necessari per completarla.
Ieri a Palazzo Zanca il primo incontro de visu fra la “Bruno Teodoro”, l’azienda che ha raccolto il testimone dalla Nuova Coedamar della costruzione del porto e il Comune di Messina che è la stazione appaltante. Partiamo dalla conclusione, la situazione non si è sbloccata ma entrambi hanno il medesimo interesse, completare l’appalto e ripartire al più presto. Ma c’è un tema amministrativo ed economico che è ostacolo difficile da saltare da entrambi, senza l’aiuto che arrivi da Roma. La vicenda è nota: il cantiere è fermo al 22% dello sviluppo e vale in totale 74 milioni. Ma dal 2008 ad oggi il costo della materia prima è cresciuto di oltre il 50% e così per terminare il porto di Tremestieri servono, altri 43 milioni, somme a disposizione comprese. Al netto di quanto già saldato, all’impresa che proseguirà i lavori andrebbero 85 milioni, mentre il cassa il Comune, ne ha circa la metà. Il resto dovrebbe arrivare dai fondi del decreto Aiuti del Governo, nato proprio per evitare che i cantieri di mezzo Paese si bloccassero dopo pandemia, guerre e rincari vari.

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