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Mensa da incubo a Santa Teresa di Riva: a tavola tra ritardi, cibo "scadente" e disorganizzazione

La denuncia arriva da tre consiglieri che puntano il dito contro la vice sindaca

Una contestazione su modalità e qualità servizio e un attacco politico all’Amministrazione comunale, soprattutto alla vicesindaca Annalisa Miano. Affondano il colpo sulla mensa scolastica i consiglieri di minoranza Nino Bartolotta, Cristina Pacher e Santino Veri, che ieri hanno presentato un’articolata interrogazione al sindaco Danilo Lo Giudice denunciando ritardi, disservizi e anomalie nell’appalto appena avviato, affidato per tre anni alla ditta “Siristora Food&Global Service Srl” di Tremestieri Etneo.

«L’Amministrazione ha bandito con notevole ritardo la gara, il servizio è stato affidato ad anno scolastico iniziato e questa è la causa principale dello sfacelo che si registra in questa prima fase - esordisce l’opposizione - con innumerevoli disagi per la popolazione scolastica a causa delle notevoli distanze che separano il centro cottura della ditta ad Aci Bonaccorsi e la nostra città (49,5 km)».

Lamentele giungono dalle famiglie sulla qualità degli alimenti somministrati agli studenti, definita ‘”scadente”, tanto che molti non consumano il cibo che non presenta le proprietà organolettiche e nutrizionali indispensabili - scrivono i consiglieri - e invitiamo il sindaco a consumare un pasto e scuola e trarre le sue conclusioni, ma probabilmente vista la sua perdurante assenza ha lasciato carta bianca alla vicesindaca e assessora al ramo, Annalisa Miano, nella gestione delle problematiche della refezione, tant'è vero che la stessa promette agli utenti che nel giro di qualche settimana tutto sarà sistemato. Ma come? Se questo è il sistema per preparare e formare il suo successore, il sindaco sappia che è inopportuno e sgradevole che lo si faccia sulla pelle dei tanti bambini e studenti della nostra comunità: se questo è l’inizio di una nuova esperienza per la vicesindaca, è stata fallimentare».
I consiglieri contestano al Comune di non aver reso utilizzabile il centro cottura alla scuola “Felice Muscolino” nell’àmbito dei lavori di ristrutturazione dell’edificio, assegnando invece tre mesi alla ditta per renderlo funzionante: «Per pochi spiccioli, rispetto al valore dell'appalto, si è creato un grande e grave disagio agli studenti, al personale della scuola e alle famiglie - sostengono Bartolotta, Pacher e Veri - e inizialmente la persona addetta alla raccolta dei buoni pasto giornalieri si presentava in alcuni plessi addirittura oltre le 11 e i pasti venivano somministrati alle ore 13. Tutto ciò ha comportato notevoli ritardi e disfunzioni nella organizzazione scolastica».

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