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Francesca Sofia, una messinese con il Cinema nel sangue. L'arte del montaggio tra passione e mestiere

Non solo attori e registi a rappresentare Messina sul grande schermo, ma anche altri professionisti che contribuiscono alla buona riuscita dei prodotti cinematografici. Nel settore del montaggio, Francesca Sofia Allegra (classe 1985) ha messo il suo talento al servizio di tante opere narrative, soprattutto a carattere documentaristico, firmando anche i trailer di titoli famosi, come “Anita B.” (Roberto Faenza) e “Tutta colpa di Freud” (Paolo Genovese). Ex allieva del liceo Maurolico, laureata in Scienze della Comunicazione all’Università di Roma Tre e attualmente residente a Londra, è arrivata nel mondo della celluloide per caso, ma con la consapevolezza di un futuro diverso dai canoni tradizionali.

Un percorso condiviso col padre Augusto, medico estetico e produttore, socio della “Finland Srl” e fondatore di “La Strada”. «Sono entrata in contatto con gli addetti ai lavori del settore cinematografico seguendo papà che per lavoro si spostava tra Roma e Milano. All’inizio non avevo ancora idee chiare sul futuro, ma il mio temperamento conteneva il seme della creatività che mi ha portato a trasferirmi a Roma, dove ho iniziato a fare la stagista su set di film a basso budget e capire quale figura professionale fosse più vicina alle mie corde. Ero appassionata di scrittura, ma vedendo tanti sceneggiatori disoccupati, optai per il montaggio, più vicino alla scrittura, ma selettivo per le competenze tecniche richieste».

Nell’iter di Francesca Sofia Allegra backstage, cortometraggi, eventi come “Trailers FilmFest” e “Guerre&Pace FilmFest”, oltre a collaborazioni con la “Adriana Chiesa Enterprises” come “trailer maker” e col regista Antonio Palumbo per i film “Nicola, Cozze, Kebab&Coca Cola”, “Premiata Cremeria Italia” e “The Ring”. Nel curriculum anche il ruolo di montatrice e aiuto regista per il messinese Angelo Campolo e il suo film “Un’altra mattina” (2009), prodotto da Daf e secondo classificato al quinto concorso nazionale per cortometraggi “La 25a Ora”.

«Per Angelo ho organizzato la troupe con gli stagisti che lavoravano con me sui set. Abbiamo girato nella mia casa di Roma e l’ho aiutato a dare un tono più credibile dal punto di vista cinematografico rispetto all’impostazione teatrale allora prevalente nel suo mestiere di attore e regista».

Tra i lavori degli ultimi anni, “Veleno”, sui Diavoli della Bassa Modenese, “Sanpa”, sulla controversa storia di San Patrignano, e “Il Muro di Bergamo”, produzione del Csc Sicilia diretta dal palermitano Stefano Savona, sull’evoluzione della percezione del Covid nell’area occidentale più colpita, in concorso all’ultima Berlinale e ben accolto dalla critica, come «pellicola definitiva su uno spaccato storico che parla davvero di persone». Nel futuro di Francesca Sofia Allegra una serie d’animazione e alcune produzioni inglesi di genere.

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