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Giampilieri, memoria e futuro: ricordate le 37 vittime di quella maledetta notte

Ogni anniversario è stato diverso in questi lunghi 14 anni, durante i quali si è coltivata la memoria e si è ricostruito il futuro. Il primo fu quello del dolore acutissimo, e della rabbia. L’odore di fango si respirava ancora dovunque, le ferite delle comunità colpite dall’alluvione troppo sanguinanti per essere rimarginate. Poi, gli anni successivi, trascorsi ad aspettare che le promesse si traducessero in fatti, che la ricostruzione dei villaggi prendesse forma, che le opere di messa in sicurezza fossero davvero finanziate, che i residenti potessero tornare alle proprie abitazioni. Ogni ricordo, ogni messa, ogni preghiera, scanditi dai nomi delle 37 vittime (36 più il corpo rimasto senza volto e senza identità). Pian piano, anche se non guarisce mai del tutto, il tempo è un medico sapiente e sa lenire la fase acuta della sofferenza e della disperazione. Così, a poco a poco, è rinata anche la speranza.
Quella parola, speranza, che è risuonata ieri, durante la celebrazione eucaristica svoltasi in serata, nella chiesa di Giampilieri Superiore e, poi, nella piazza, con la deposizione di una corona d’alloro davanti alla lapide che reca i nomi dei morti nell’alluvione dell’1 ottobre 2009. Speranze che si accompagnano anche a certezze, come quelle consolidatesi in questi ultimi anni, con una comunità, quella “giampulirota”, che è tornata a vivere. Ma ci sono paure e criticità che non sono state dissolte, anche se oggi Giampilieri è sicuramente un borgo molto più sicuro, rispetto a tante altre zone della città. La cura contro il dissesto idrogeologico è stata forte, anche molto impattante sul territorio, con opere complesse, realizzate nel corso degli anni, che proteggono il villaggio da monte fino a valle. Ora la speranza è che Giampilieri – ma è una speranza comune a tutti gli altri casali messinesi – torni sempre più ad animarsi e popolarsi, perché quando i villaggi perdono le nuove generazioni sono destinati a spegnersi in una lenta agonia.
Era presente anche il sindaco, ieri sera, a Giampilieri, in nome e per conto dell’intera città. Federico Basile in mattinata, sulla propria pagina social, aveva postato l’immagine della Gazzetta del Sud in occasione del primo anniversario, con la prima pagina del giornale interamente ricoperta dai volti e dai nomi delle vittime dell’alluvione. «Non vi abbiamo dimenticato», ha scritto Basile riecheggiando il nostro titolo.
Ed è vero. Nessuno ha dimenticato. Anche se 14 anni è un lasso di tempo abbastanza lungo, sono cresciute nella scuola “Simone Neri” generazioni di bambini che non hanno vissuto la tragedia dell’1 ottobre, ma ne hanno sentito parlare dai loro cari e dagli insegnanti. Sono quelle bambine e quei bambini il presente e il futuro di Giampilieri. C’è un’immagine bellissima, che risale allo scorso 18 agosto, quando il villaggio si trasformò in un elegante salotto a cielo aperto, durante il convegno su “Il caso particolare di Giampilieri nella storia del commercio degli agrumi in Sicilia”, con l’intervento del prof. Nicola Rizzo, illustre medico affermato a livello nazionale ma con il cuore sempre qui, alle sue radici. «Una serata unica, una serata interamente dedicata a noi», hanno scritto in quell’occasione i giovani del Comitato “Giampilieri 2.0” sulla loro pagina Fb. Ecco, quell’immagine è la prova provata che il cuore di Giampilieri è tornato a battere. E batte anche per chi non c’è più.

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