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Processo “Indennizzo” a Barcellona, richieste di condanna per i venti imputati ancora rimasti

L’inchiesta sulle truffe alle assicurazioni, già maturate 90 prescrizioni su 111 imputati

A più di dieci anni dall'operazione “Indennizzo”, portata a termine dai carabinieri della Compagnia di Barcellona all'alba del 12 settembre 2013, sulle truffe subite dalle compagnie assicuratrici, ieri il pubblico ministero Carlo Bray al termine della sua requisitoria ha chiesto la condanna per tutti i 20 imputati “superstiti” che non hanno goduto fino in fondo della lunga sequenza di prescrizioni pronunciate dal Tribunale nella primavera 2020.
Inizialmente, infatti, dal lavoro minuzioso dei carabinieri, era scaturito un maxi processo con 111 imputati. Poi le lungaggini processuali causate dall'avvicendamento di pm e giudici a causa dei periodici trasferimenti hanno concorso a causare le prescrizioni dei reati fine per quasi novanta imputati. L'unico reato a resistere alla prescrizione – secondo il giudizio del pm che ha formulato le richieste di condanna – sarebbe quello dell'associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati, quali frode e altri reati fine, a danno delle compagnie assicuratrici. Ipotesi di associazione a delinquere con la contestata aggravante prevista dal comma 5 relativo allo stesso reato. Il riconoscimento della responsabilità penale è stato richiesto ai giudici del Tribunale di Barcellona, presidente Antonino Orifici, componenti Anna Elisa Murabito e Noemi Genovese. Secondo la valutazione del rappresentate della pubblica accusa sono invece da dichiarare prescritti tutti i capi di imputazione fine contestati per le singole condotte ad ognuno degli imputati, tranne l’associazione a delinquere di tipo semplice.

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