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Giampilieri ha riaperto le sue ali, ma esiste ancora una zona rossa a 14 anni dalla tragica alluvione

Nessuno che si sia accostato alla realtà di Giampilieri, in quel tremendo primo ottobre del 2009, e nei giorni e mesi e anni che seguirono, dimentica come questa comunità, così tragicamente ferita da quell’alluvione, abbia saputo riemergere. Quanto questo paese racchiuso nella città, abbia voluto rinascere, e sia riuscito a non morire in una delocalizzazione di massa, in palazzine da costruire a valle. Qualcosa che, oltre ogni buona intenzione, echeggiava nel profondo di molti “giampilieroti” come una deportazione dalle radici, una rinuncia in qualche modo anch’essa mortale all’identità collettiva. Quella che vive di luoghi, ricordi, odori, sogni ed eredità morali, e non sa correre sui fili dei social o tra le onde dei cellulari.
Di tutto questo viene naturale parlare quando si incontrano gli ex rappresentanti del Comitato “Salviamo Giampilieri”, persone come Giovanni Fileti e Corrado Manganaro i quali – quando le Istituzioni hanno messo in sicurezza il borgo – hanno sciolto l’associazione e lasciato lo spazio ai giovani di “Giampilieri 2.0”. Nell’ultima estate gli eventi di aggregazione, musica, cultura, si sono susseguiti tanto nella piazza Pozzo quanto in deliziosi slarghi tra le stradine. E la popolazione è tornata vicina a 2.000 anime. Attenzione però, non tutto qui si è chiuso come un cerchio perfetto. Ora va trovare la rotta conclusiva. Due i nodi, di cui si riparlerà a breve: la zona rossa di “Puntale alto” e il progetto regionale di “centro polifunzionale” in tre case di via I Ottobre.
Nonostante siano trascorsi ormai 14 anni dall’alluvione, oltre una ventina di abitazioni in altura, concentrate in edifici storici a fianco del torrente super-regimentato, costituiscono ancora formalmente una zona rossa con tutte le conseguenze che ciò comporta. In proposito, un distinguo. Se la riclassificazione è competenza di Autorità di bacino o dell’Assessorato all’Ambiente, ente o enti cui, a quanto pare, il Comune presenta la relativa richiesta, le istanze e i diritti dei proprietari di immobili ricadenti in “zona rossa” vanno congiuntamente esaminati da Protezione civile e Comune.

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