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Cade lo "scudo" del Piano di Riequilibrio, il Comune di Messina ora è costretto a pagare i creditori

Oggi quello scudo non c’è più e i creditori tornano, dopo oltre un decennio, ad essere una minaccia per le casse comunali.

Anche una notizia estremamente positiva, come quella dell’approvazione da parte della Corte dei Conti del piano di riequilibrio, può celare un rovescio della medaglia. Finché il giudizio sul Piano era in sospeso, infatti, il Comune aveva una sorta di scudo a proteggerlo dai creditori, impossibilitati, ad esempio, ad “aggredire” l’ente con pignoramenti e, di conseguenza, invogliati a sottoscrivere gli accordi proposti da Palazzo Zanca, tra abbattimenti e rateizzazioni pluriennali. Oggi quello scudo non c’è più e i creditori tornano, dopo oltre un decennio, ad essere una minaccia per le casse comunali.



Il sindaco Federico Basile non si mostra particolarmente preoccupato, almeno dal punto di vista finanziario: «Mi auguro che non arrivino pignoramenti non tanto per una questione di liquidità, ma per non ingolfare gli uffici, perché il personale è poco e se devo impiegarli per far fronte ai pignoramenti, devo distoglierli da un’attività per noi fondamentale che è, appunto, la predisposizione degli accordi con i creditori. Accordi che noi continueremo a voler sottoscrivere».

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