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Zona falcata: basta annunci, solo fatti

La nube d’incertezza che avvolge i piani di bonifica e di rigenerazione urbana va dissolta con una volontà unica e atti concreti. Il Patto interistituzionale è l’unica strada, a “spizzichi e bocconi” non si può andare avanti

La delibera della Giunta regionale, numero 119, è del 4 marzo 2021. Si annunciavano gli interventi per il ripristino della Stele della Madonnina, per il recupero e la messa in sicurezza della Porta spagnola e della Porta della Lanterna del Montorsoli. «I ponteggi sono lì, in bella mostra, da molto tempo. Nel frattempo hanno sostituito il rup, ma sono spariti gli operai. L’11 aprile scorso, in occasione dell’apertura del Forte San Salvatore per la Giornata del Fai, la Stele era nelle stesse condizioni di oggi. Sempre allo stesso stato. Il tempo continua ad essere una variabile indipendente e noi oscilleremo sempre tra annunci, attese e giustificazioni. Non è colpa di nessuno... è semplicemente una condanna a cui non è possibile sottrarsi. O no?».

È un sasso lanciato nello stagno, l’interrogativo posto da Elio Conti Nibali e dalla sua “Banda della Falce”. È mai possibile che quando si parla di Zona falcata i tempi sono dilatati all’inverosimile? Ma interessano a qualcuno le sorti della più bella porzione del nostro territorio? E se sì, perché non si affrontano le questioni della bonifica e della rigenerazione urbana della Falce come priorità assoluta per Messina?

Ogni volta rischiamo di ripeterci, nel tentare di compiere un riepilogo dello “stato dell’arte” riguardante la penisola di San Raineri. Si attende di conoscere la quantificazione esatta degli interventi di risanamento ambientale, dopo che la Zona falcata è stata classificata quale “sito contaminato” (ma nessuno ha mai pagato per le scelte scellerate del passato!). Dallo scorso 28 agosto sono state avviate le attività di progettazione (appalto da 900mila euro) per il restauro della Real Cittadella ma, anche in questo caso, l’evolversi del progetto dovrà fare i conti con l’attuazione delle bonifiche. Un cane che si morde la coda. Non c’è certezza sulle risorse finanziarie, nonostante i ripetuti annunci dell’ex presidente della Regione Nello Musumeci (che aveva dichiarato di aver stanziato per la Falce di Messina 30 milioni di euro) e le recenti rassicurazioni della sottosegretaria Matilde Siracusano.

In realtà, quelli di Musumeci non erano stati solo annunci. Il suo Governo regionale, infatti, con la delibera del 19 novembre 2021, aveva stanziato 1.252.078,38 proprio per il progetto di recupero, riqualificazione e valorizzazione della Real Cittadella di Messina, affidandone il ruolo di Stazione appaltante alla Soprintendenza per i Beni culturali di Messina. E poi con le delibere del luglio e del settembre del 2021, aveva reperito 17 milioni 626mila euro per l’attuazione del progetto. Il problema è capire se tali somme, trattandosi di anticipazioni a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027, come aveva evidenziato in un documento dello scorso mese di luglio il Circolo cittadino di Fratelli d’Italia, siano realmente disponibili oppure no.

Tornando agli altri tre (piccoli) appalti riguardanti la Falce, per i quali sempre la Regione aveva stanziato 1.178.473,05, è veramente sconsolante dover constatare che i cantieri per la messa in sicurezza della Stele della Madonnina, della Porta Spagnola e del Portale di accesso alla Lanterna del Montorsoli sono lontanissimi dallo stato in cui avrebbero dovuto essere, cioè già completati. Ritardi enormi nella stipula dei contratti e nella iscrizione degli accertamenti passivi delle somme stanziate a valere sul corrente bilancio regionale. Se è così che si vuole andare avanti, vedremo risorgere la Falce forse solo nel Tremila dopo Cristo.

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