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Ponte sullo Stretto, «i fondi ci sono, i cantieri già nel 2024». WeBuild: «Messina modello per tutto il mondo»

Che sia subito un miliardo, o qualcosa in più, e poi gli altri fondi suddivisi anno per anno, è un dato certo. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini non ha alcun dubbio che le risorse finanziarie per il Ponte sullo Stretto ci saranno in questa e nelle prossime Leggi di bilancio dello Stato. I dubbi, le perplessità, se non l’ostilità, del collega di Lega e di governo, Giancarlo Giorgetti, il ministro dell’Economia, colui che tiene i cordoni della borsa, sarebbero solo «fesserie dei giornali». Con Giorgetti, fa sapere il vicepremier, c’è piena sintonia e la realizzazione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria non è l’ossessione “salviniana” ma una priorità assoluta dell’intera compagine guidata da Giorgia Meloni. Se non fosse stato così, non si sarebbe avviato l’iter normativo che ha portato all’approvazione, lo scorso 31 maggio, della legge che considera «urgente e necessaria» la costruzione del Ponte sullo Stretto.
Nessun dubbio neppure sulle scadenze: Salvini continua a ripetere, e lo ha fatto anche nel corso di un’intervista al “Giornale” di Milano, che alla fine dell’estate del 2024 saranno aperti i cantieri. Non solo «i soldi ci sono», ma il vicepremier considera l’investimento «ragionevole»: «Il Ponte costerà 11-12 miliardi, una cifra che è meno della metà di quello che è costato finora il Reddito di cittadinanza. Solo che il Reddito si esaurisce subito, il Ponte sarà l’opera più importante dell’inizio del secolo ventunesimo, un biglietto da visita straordinario di questo Governo e dell’Italia».
A fare eco a Salvini, anche il sottosegretario con delega ai Trasporti e alle Infrastrutture Tullio Ferrante, il quale, dal palco della Festa dei Giovani di Forza Italia, a Gaeta, ha definito quella del Ponte «una battaglia identitaria di Forza Italia, un progetto targato Silvio Berlusconi. Entro luglio 2024 metteremo la prima pietra – ha aggiutno Ferrante –. Silvio Berlusconi lo ha inserito tra le opere strategiche nel 2001, è una nostra battaglia e la porteremo a termine. Sarà il Ponte più lungo d'Europa ed è un progetto del 2011, lo ripeto, targato Silvio Berlusconi, ed è l'occasione per valorizzare l'ingegneria italiana. Io non posso pensare che c'è qualcuno che dice che è “un ponte che unisce due cosche”. Il Ponte è esempio di modernità, progresso ed esportazione del “made in Italy” nel mondo. Come governo ci stiamo impegnando per la realizzazione delle opere che mancano in questo Paese. È facile dire adesso al Governo italiano, che è in piedi da dieci mesi, che è lento nel realizzare le infrastrutture, vorrei ricordare che oggi noi scontiamo il veto-vetero ambientalista delle forze di sinistra che per anni con il loro immobilismo hanno detto no. Loro hanno detto no a qualsiasi prospettiva di sviluppo. E noi stiamo intervenendo a 360 gradi, come dimostrano gli investimenti sulle reti ferroviarie e stradali al Sud, in particolare in Sicilia e in Calabria».
In questa settimana saranno nominati dal ministero delle Infrastrutture i nove componenti del Consiglio scientifico che affiancherà la società Stretto di Messina nella fase di progettazione esecutiva della grande opera. Intanto, Webuild, la capofila del Consorzio Eurolink, evidenzia ancora una volta un aspetto che collega il Ponte di Messina ad altre infrastrutture realizzate nel resto del mondo. «C’è un pezzo importante di Italia e del meglio dell’ingegneria italiana nel Çanakkale Bridge, in Turchia, il Ponte che domina lo Stretto dei Dardanelli e che detiene il record tuttora ineguagliato di ponte sospeso più lungo del mondo. Il suo impalcato, che corre tra le due torri per una lunghezza di 2.023 metri (appena 32 metri in più del giapponese Akashi Bridge), è stato infatti realizzato in analogia al “Messina Deck type”, un modello ingegneristico altamente innovativo progettato per il futuro Ponte sullo Stretto di Messina che, una volta realizzato, batterà tutti i record di lunghezza, raggiungendo una luce pari a 3.300 metri. Figlio del progetto elaborato dal Consorzio Eurolink di cui il Gruppo Webuild è partner, il “Messina Deck type” è una soluzione ingegneristica altamente innovativa. Oltre al profilo alare, la forma dell’impalcato richiama quella della carlinga di un aereo da guerra con delle aperture che permettono di far correre il vento attraverso la struttura minimizzandone l’impatto. Per capire cosa comporta questo genere di innovazione è sufficiente pensare che l’impalcato dell’Akashi Bridge che non riporta questa innovazione, flette lateralmente sotto le pressioni del vento di 30 metri, mentre, secondo il progetto, il Ponte sullo Stretto fletterà lateralmente sotto carico di appena 10-11 metri. Un risultato davvero unico per un Ponte con una campata centrale lunga 3.300 metri. E così – insiste Webuild – anche il Çanakkale Bridge ha adottato questa innovazione dai risultati sorprendenti che gli permette oggi di sopportare senza problemi anche le pressioni più violente dei venti».
Un Ponte – il terzo realizzato negli ultimi anni in Turchia – che ha ridotto a dieci minuti di automobile, invece di 90 minuti di traghetto, il tragitto. «I viaggiatori che da oltre un anno attraversano il Çanakkale Bridge sanno bene come siano cambiati i trasporti in questa regione della Turchia dopo l’inaugurazione del Ponte. L’opera è l’anello di congiunzione dell’autostrada Kinali-Balikesir, un’arteria stradale lunga 321 chilometri che collega Istanbul con Balikesir e di fatto unisce la Tracia con la penisola anatolica. Per compiere il grande salto sullo Stretto il Ponte misura nel complesso 5.169 metri, mentre le sue torri (alte 318 metri) affondano a 37 metri di profondità sul fondo del mare. Proprio le fondazioni del Ponte hanno richiesto interventi speciali di consolidamento dei fondali. Sono stati infatti posizionati 196 pali metallici di 2,5 metri di diametro ciascuno, essenziali per dare stabilità e solidità alla struttura delle torri in un’area non solo battuta dai venti ma anche soggetta al rischio sismico. La larghezza dell’impalcato raggiunge invece i 45 metri e galleggia a un’altezza di 72,8 metri sul livello del mare. Il Ponte dei record è quindi frutto di questa enorme opera di ingegneria e di una tradizione che affonda nel passato della Turchia, ovvero dalla costruzione dei tre maxi Ponti sul Bosforo, due dei quali realizzati da Webuild».

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