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E meno male che ci sono gli stranieri a Messina: i residenti non italiani riducono gli effetti del clamoroso calo demografico

E meno male che ci sono gli stranieri. Sono loro a salvar Messina dal “baratro” della depressione demografica e a sollevarla sotto l’aspetto turistico.
È uno dei tanti spunti garantiti dalla pagina di Messina in cifre, edita dal Ced del Comune di Messina in queste ultime settimane e che è parzialmente contenuta nella relazione sul primo anno di mandato della giunta Basile. Come avevamo già pubblicato nei giorni scorsi, la popolazione cittadina al 31 dicembre del 2022 era di 224.007 persone (scesi a 223.447 al 30 aprile scorso). Un dato in clamorosa flessione visto che in 10 anni sono “spariti” quasi 18mila messinesi. C’è un tema di “denatalità” perché i decessi sono molti più delle nascite (3100 contro 1400 nel 2022), ma anche di migrazione che è il dato più preoccupante. A rallentare la fuga da Messina ci pensano gli stranieri.

Una comunità sempre più vasta e variegata in cui vengono rappresentate tantissime nazionalità per lo più asiatiche ed africane, oltre che europee. E se i messinesi sono sempre di meno, gli stranieri fanno segnare un trend decisamente opposto. I residenti stranieri sono infatti sempre al 31 dicembre del 2022, 13.253. Un dato in crescita rispetto all’anno precedente (+380 unità), pari al 5,91% della popolazione totale (nel 2019 era il 5,27 %).
La comunità più rappresentata, come oramai è tradizione, è quella cingalese. I residenti sono 3.976 e Messina si conferma una delle città italiane preferite da chi viene dall’isola di Ceylon. Con un significativo distacco c’è la comunità filippina con 2.205. Un tempo era la più numerosa. Quindi ci sono i romeni (1.644) e dunque i marocchini (1.125). In quinta posizione i cinesi ( 406) seguito da due nazioni europee come Grecia (382) e Polonia (307). Attenzione i dati si riferiscono solo ai residenti a cui andrebbero aggiunti quelli dei domiciliati e, va detto, di chi vive in maniera irregolare. Un ultimo dato deve far riflettere. Su oltre 13mila stranieri sono solo 200 circa quelli che hanno più di 75 anni, segno che gli anziani, preferiscono tornare nel loro Paese.

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