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Controesodo, a Messina il piano funziona e le strade della città non soffrono

Più di 13 mila auto in transito (più 300 tir) e quasi non se n’è accorto nessuno. Volendo sintetizzare – e forse estremizzare – è questo il risultato più importante di un sabato da bollino rosso per il controesodo, con picchi da bollino nero, nel quale, però, le strade del centro città non hanno sofferto quanto, invece, avevano fatto in passato. E questo perché il piano messo a punto a Messina dalla polizia municipale e dal Comune ha funzionato.
Un lavoro di squadra, nel quale importante è stato anche la parte giocata da chi, ovviamente, è diretto protagonista del controesodo: le compagnie di navigazione. Sia Caronte&Tourist che Bluferries hanno messo in campo tutta la flotta disponibile: otto navi il vettore privato, cinque quello pubblico. Anche se la sproporzione di transiti resta altissima: circa 12 mila auto hanno attraversato lo Stretto a bordo dei traghetti di Caronte&Touris, 1.200 con quelli delle Ferrovie.
Ecco perché il punto più critico, come ogni anno, rimane la rada San Francesco. Ma la gestione di un flusso di auto che avrebbe messo in crisi anche città molto più grandi è stata perfetta, merito di una programmazione che parte da lontano, con il comandante della polizia municipale Stefano Blasco che al “dossier controesodo” ha dedicato e dedica un’attenzione quasi maniacale.

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