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Messina, al Papardo le attese sono ragionevoli: un monitor dà informazioni in tempo reale sui pazienti "in fila" e in trattamento

Sono per la maggior parte anziani, portati da parenti o direttamente dall’ambulanza. Arrivano con il volto teso, preoccupato. Si dirigono allo sportello del triage, quando arriva il loro turno vanno verso la porta scorrevole che conduce alle stanze delle visite e della sala operatoria. Una volta entrati, per chi li accompagna comincia l’attesa. Ad agosto il pronto soccorso del Papardo è l’approdo per chi ha un’emergenza di salute. C’è un andirivieni continuo di persone che chiedono assistenza con un ritmo che in certi momenti rallenta ed in altri va più veloce.

Per abbattere i tempi di attesa - il nemico più grande per chi si reca al pronto soccorso - si è pensato ad una riorganizzazione del personale e dell’accesso degli utenti con qualche accortezza in più per chi aspetta, come un monitor che dà informazioni in tempo reale sui pazienti in attesa e quelli in trattamento. Tutto questo si è tradotto in attese meno lunghe, se non in situazioni particolari. In pieno agosto nella sala d’attesa ci sono poco meno di venti persone, tra chi ha bisogno di una visita medica e chi è lì solo per accompagnarli.

Quasi tutti non smettono mai di guardare i monitor. Alcuni passeggiano nervosamente, altri si armano di pazienza e siedono sui sedili, altri ancora vanno fuori e si attaccano al telefono per riferire a chi è rimasto a casa cosa sta accadendo.
«I tempi di attesa sono quelli che sono, bisogna avere pazienza - dice un uomo di 58 anni, mentre aspetta che il padre ultraottantenne termini un controllo e racconta le altre volte che gli è capitato di andare pronto soccorso -, secondo me il problema degli ospedali in genere è la mancanza di posti letto».

C’è un giovane padre in vacanza con la famiglia. È uno dei tanti messinesi che è andato via per lavoro ma che torna a Messina per le ferie. Si è rivolto al pronto soccorso per un disturbo all’orecchio della figlia. «Sono stati velocissimi - dice - abbiamo fatto tutto subito, la bambina sta bene e stiamo andando via».

In attesa anche una coppia di coniugi, lui cinquantenne, lei qualche anno in meno: «Stare qui non è bello - dice lui - purtroppo mi è capitato più volte di aver bisogno del pronto soccorso, la tempistica dipende sia dal flusso delle persone che arrivano ma secondo me anche dal personale in servizio e poi c’è chi si rivolge al pronto soccorso anche se non ne ha bisogno. Abito nella zona e per me il Papardo è l’ospedale di riferimento, so che qui ci sono reparti che funzionano bene come la Cardiologia».

Ad assicurare calma e sicurezza anche un posto fisso di polizia e vigilanti davanti alle porte. Dentro le sale del pronto soccorso, ci sono alcuni anziani in osservazione, molti sono lì perché soffrono di patologie che con il caldo diventano meno sopportabili: «Abbiamo attivato protocolli e percorsi all’interno dell’ospedale e siamo il pronto soccorso che è riuscito ad abbattere i tempi di attesa in maniera notevole per i percorsi delineati per evitare il sovraffollamento, nel nostro pronto soccorso difficilmente c’è sovraffollamento proprio per la sinergia che abbiamo con i reparti e la direzione medica», spiega Corrado Lamanna, vice primario.

Colpi di calore, disidratazione a causa del forte caldo, traumi a seguito di incidenti, patologie cardiologiche o chirurgiche, sono i casi più frequenti che arrivano ogni giorno al pronto soccorso del Papardo: «In questo periodo - prosegue il dottore Lamanna - le emergenze sono aumentate perché gran parte della popolazione si è spostata lungo la Litoranea e come ogni estate abbiamo un aumento dell’utenza.

Le più frequenti sono dovute ai colpi di calore, soprattutto pazienti anziani che arrivano disidratati, poi le emergenze traumatiche che aumentano perché essendoci più movimento aumentano anche gli incidenti stradali invece si mantengono costanti gli accessi per patologie cardiologiche o chirurgiche. Aumentano anche le emergenze che arrivano dalle Isole Eolie, spesso abbiamo avuto casi di emergenze traumatologiche o legate alle attività balneari. Arrivano molti anziani perché le patologie legate all’età aumentano per il caldo e anche perché diminuisce l’assistenza sul territorio, spesso si trovano soli sia perché i parenti vanno in vacanza, sia perché i medici di base riducono la loro attività per le ferie, così si rivolgono a noi per queste patologie legate alla terza età».

E il Covid? «Per il Covid - prosegue - non abbiamo un afflusso di pazienti ma ancora attuiamo i protocolli disposti di concerto con la direzione e quindi ogni paziente che arriva da noi, prima di effettuare ricovero o prestazione specialistica anche in sala operatoria, effettua il tampone. Solo occasionalmente rileviamo il Covid, i casi sono pochissimi, ma siamo attrezzati perché abbiamo mantenuto le linee guida che c’erano prima».

1. continua

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