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Messina, l’ivoriano di 22 anni annegato al Ringo era stato trasferito da Lampedusa

Da un mese era ospite del centro di accoglienza a Bisconte

Il giorno dopo la tragica fine di Adboulay Fane, 22 anni, originario della Costa d’Avorio, inghiottito dal mare di fronte alla spiaggia del Ringo, dove si era tuffato per una nuotata con due amici, c’è ancora dolore e sconcerto per la scomparsa di una giovane vita. Le ricerche, coordinate dalla Capitaneria di porto, sono andate avanti per tutto il pomeriggio e sono continuate anche quando si è fatto buio. A tarda sera, intorno alle 22.30, il corpo del ragazzo è stato avvistato, era ad una cinquantina di metri di distanza dalla riva. È stato recuperato dai sommozzatori dei carabinieri che l’avevano trovato dopo circa due ore di immersioni.
Il corpo è stato recuperato ad una profondità di circa 13 metri e portato all’obitorio in attesa dell’ultimo saluto. Il ventiduenne, insieme ad altri ragazzi, stava trascorrendo un pomeriggio di svago nella spiaggia del Ringo che recentemente è stata riqualificata. Poi qualcosa è andato storto, forse un malore improvviso, oppure la forte corrente, la “rema” come la chiamano i pescatori e gli esperti di mare che ad un certo punto di alza in quel punto e rende più difficile il ritorno verso la riva. Nel mare di fronte alla chiesa del Gesù e Maria del Buonviaggio, sul viale della Libertà, si sono interrotti sogni e speranze di questo giovane ivoriano che era arrivato a Messina a metà luglio.
Era stato trasferito da Lampedusa, l’isola dove giungono ogni giorno i migranti sopravvissuti dei tanti viaggi della speranza affrontati a bordo di barconi che sfidano il Mediterraneo carichi di anime sfuggite da guerre e miserie. A Messina il giovane era ospite di un centro di accoglienza a Bisconte.

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