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Nasce la “nuova” pista ciclabile a Messina. E i cordoli diventano già un caso

Il cantiere parte da corso Cavour, primo passo di un progetto molto più ampio

Quando dai rendering dei progetti si passa ai cantieri, lo sguardo distaccato del cittadino si trasforma in approccio più interessato, il più delle volte critico. E il passo successivo è lo scambio di vedute, al bar o, più facilmente, sui social. Del progetto della nuova pista ciclabile del centro – un unicum che avrà nei due grandi “giardini pubblici” della città, villa Dante e villa Mazzini, i due poli estremi a sud e a nord – abbiamo scritto più volte. Ma è da ieri, da quando, cioè, sono apparsi i cordoli gialli sul corso Cavour, che è scattato il meccanismo di cui sopra. E così, oltre a dividere la carreggiata, i cordoli hanno iniziato a dividere anche l’opinione pubblica. In molti, infatti, temono che la presenza dei cordoli (nonostante la larghezza delle carreggiate “percorribili” sia, di fatto, immutata) possa incrementare il caos quando riapriranno le scuole. Altri muovono perplessità sulla presenza dei cordoli anche laddove sono previste le fermate degli autobus. E questo è solo l’inizio...
Qualche passo indietro. Risale a marzo scorso la firma del contratto fra il Comune e la “Segnaletica Tre A” di Atena Lucana, in provincia di Salerno, la ditta che si è aggiudicata l’appalto per 588mila euro. Poi i soliti passaggi burocratici, fino all’avvio del cantiere sul corso Cavour. Il primo step dei lavori (che dovranno-dovrebbero concludersi a inizio novembre) consiste, infatti, nella sostituzione delle attuali strisce che delimitano le piste ciclabili del centro – e in buona parte del percorso anche la promiscua corsia degli autobus – con i cordoli, appunto. Un percorso di oltre 2 chilometri, che corrisponde all’ampio quadrilatero formato dallo stesso corso Cavour, un piccolo tratto di viale Boccetta, via Garibaldi, via Tommaso Cannizzaro e via Cesare Battisti. Qui la pista ciclabile esiste da quando sindaco era Renato Accorinti, ma la promiscuità tra corsie senza una una divisione “fisica” – e, di contro, in presenza di una scarsa educazione stradale – ha fatto sì che, negli anni, il percorso per gli amanti della pedalata fosse tutt’altro che agevole.

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