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Catasto degli incendi in Sicilia, commissariati 147 Comuni. Ben 60 in provincia di Messina

Pugno duro della Regione: non hanno elaborato la mappa dei territori incendiati

Lo scorso gennaio la prima diffida inoltrata dal Corpo forestale, dunque dalla Regione, ai Comuni ritardatari, poi altri inviti a mettersi in regola. Quindi, in primavera, la lista nera degli inadempienti e ieri, infine, il loro commissariamento, con decreto firmato dall’assessore regionale alle Autonomie locali, Andrea Messina, seguito, nel giro di qualche ora, da reazioni di stupore da parte dei sindaci interessati, ma anche di amarezza, mentre arriva il plauso degli ambientalisti.
La diffida riguarda la mancata redazione, nel 2022, del catasto dei territori interessati dai roghi, introdotto dalla legge quadro in materia di incendi boschivi, emanata nel 2000 con lo scopo di preservare da speculazioni edilizie i luoghi colpiti dal fuoco, applicando vincoli ambientali e urbanistici: un censimento che le amministrazioni comunali devono effettuare e aggiornare annualmente entro il 31 luglio, con le Regioni che hanno potere sostitutivo nel caso in cui l’obbligo non venga rispettato.
La lista degli inadempienti, invece, coinvolge ben 147 dei 391 municipi siciliani, con la provincia di Messina a registrare la quota più alta (60 enti) seguita da seguita da Catania (27), Agrigento (19), Palermo (16), Enna (9), Siracusa (6), Caltanissetta e Trapani (5 a testa), mentre nel Ragusano non compare alcuna irregolarità.
Tra i Comuni “inosservanti” ci sono anche capoluoghi, come Catania, Trapani e la Città dello Stretto, nonché paesi di grandi e medie dimensioni come, nel Palermitano, Cefalù, Casteldaccia, Terrasini e Santa Flavia. Ebbene, tutte le amministrazioni inadempienti dovranno adesso «mettere a disposizione dei commissari ad acta», individuati tra gli ispettori delle Autonomie locali in 12 unità per una media di circa 13 municipi a testa, «la documentazione necessaria» per compilare quanto prima il delicato catasto.
Per Andrea Messina, «un atto dovuto» - previsto anche da una legge regionale - «ma che assume maggior valore in una stagione che ha visto la nostra Isola vittima di numerosi attacchi al patrimonio boschivo. I territori bruciati ad opera di piromani e incendiari continuano a mostrare la gravità della situazione, e nessuno può immaginare di poter speculare sulle ferite della Sicilia».

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