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Lega-Mega, a Messina sui porti è “battaglia navale”

A ottobre scade l’attuale mandato iniziato nel 2019. Il ministro Salvini ha già sulla scrivania alcuni nomi (tra i quali Maurizio Croce). Il clima è già rovente, come dimostra lo scontro tra il senatore Germanà, che ha chiesto l’invio di ispettori, e il presidente che rivendica «i grandi risultati» conseguiti in questi 4 anni

Quella dell’ottobre 2019 era stata una netta vittoria del movimento 5Stelle. La nomina di Mario Paolo Mega a presidente dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto aveva un significato politico rilevante, dando seguito anche alla battaglia che il M5S messinese, con in testa l’allora deputato Francesco D’Uva, aveva condotto per far nascere la sedicesima Autorità di sistema nazionale, scongiurando quell’accorpamento, già decretato e che sembrava inevitabile, di Messina-Milazzo con Gioia Tauro. Il 17 ottobre di 4 anni fa la Commissione trasporti della Camera, con 26 voti su 26 presenti, dava il via libera alla nomina voluta dall’allora ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Una nomina che non fu mai riconosciuta ufficialmente dalla Regione siciliana – che, infatti, paradosso dei paradossi, non ha mai nominato il proprio rappresentante, previsto per legge, in seno al Comitato di gestione portuale – e che vide anche la Regione Calabria in trincea, tra impugnative del decreto, ricorsi e controricorsi. In quell’occasione, dall’aula parlamentare uscirono i rappresentanti di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia che contestarono la nomina e abbandonarono al momento del voto. Dai Cinque Stelle, invece, osanna e cori di acclamazione: «Questa è una grande vittoria – disse la folta rappresentanza parlamentare, nazionale e regionale – per tutto il sistema portuale che gravita attorno allo Stretto di Messina, e in generale per tutti i siciliani e i calabresi. Abbiamo avuto la forza e il coraggio, nonostante mille ostacoli, di sostenere la nomina di un presidente terzo, non politico, dotato delle capacità di realizzare i progetti che abbiamo immaginato. Finalmente Messina, Reggio Calabria e Villa saranno le regine dello Stretto. E Milazzo non sarà mai più sola». Mega, laureato in Ingegneria, veniva dall’Autorità portuale di Bari, dove svolgeva il ruolo di dirigente tecnico del servizio Infrastrutture, innovazione tecnologica e pianificazione strategica.
Lo scenario, ora, è del tutto ribaltato. A ottobre scade il mandato del presidente, un incarico che fa gola a molti, sia per la retribuzione economica (circa 140mila euro annui) sia per il ruolo politico svolto da chi governa i porti dello Stretto, cioè Messina-Tremestieri, Milazzo, Villa San Giovanni, Reggio Calabria (e Saline Joniche). Ed adesso le fila del gioco sono in mano proprio a coloro che uscirono dall’aula nel giorno della nomina di Mega: FdI, Forza Italia e soprattutto la Lega che, non solo fa parte dell’esecutivo Meloni, ma detiene, con il vicepremier Matteo Salvini, quel ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, al quale compete la scelta dei presidente delle Autorità di sistema portuale. Ad oggi, dunque, non sembrano esserci possibilità per una riconferma di Mario Mega, anche se, poi, in politica, un po’ come nel calciomercato, non si sa mai...

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