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Galleria aperta a Letojanni, ma... non c’è da festeggiare

A distanza di 8 anni dalla frana sull’A18 è ripresa la circolazione nel tunnel che ha ancora bisogni di altri interventi!

C’era ben poco, se non nulla, da... celebrare. E nessuno l’ha fatto, anche perché l’ultimo traguardo non è stato ancora tagliato. Erano le 18.35 ieri pomeriggio quando la prima autovettura ha percorso il tratto dell’autostrada Messina-Catania all’altezza di Letojanni, tristemente noto per la frana che il 5 ottobre del 2015 tagliò in due la Sicilia.

L’ordinanza emessa venerdì scorso dal Consorzio per le autostrade siciliane è stata rispettata, dopo alcune incertezze legate a motivi di sicurezza che, inizialmente, avevano fatto ipotizzare lo slittamento dell’apertura a questa mattina, e così nel tratto tra i km 32,400 e 33,313 i veicoli sono tornati a transitare dopo otto anni, attraversando la galleria artificiale “Letojanni”, lunga 150 metri, costruita alla base della collina di San Filippo, oggi messa in totale sicurezza dal rischio crollo.

A firmare la consegna parziale e sancire la riapertura ufficiale erano presenti ieri pomeriggio, sull’A18, il geometra Giulio Mungiovino, responsabile dell’Ufficio sicurezza e assistenza al traffico del Consorzio autostrade siciliane; Maurizio Croce, soggetto attuatore dell’Ufficio del commissario di governo contro il dissesto idrogeologico; l’ing. Gioacchino Marino, direttore dei lavori per conto Protezione civile regionale; l’ing. Bruno Maccarrone, titolare dell’impresa esecutrice “Cospin Srl”, e il geom. Pippo Moroso, direttore dell’Opt-Scuola Edile Cpt Messina.
Poi via barriere e segnaletica e auto e camion si sono riappropriati della carreggiata verso Catania, anche se si circola solo sulla corsia di marcia, con limite massimo di velocità di 60 km/h, visto che quella di sorpasso rimane per il momento chiusa, così come sulla carreggiata di valle in direzione Messina dove è stato eliminato il doppio senso di circolazione esistente dal 2015 e si transita, come detto, solo sulla corsia di marcia.
Poco prima della riapertura è giunto sull’A18 anche il deputato regionale Giuseppe Lombardo, sindaco di Roccalumera.
Il tratto rimane area di cantiere, perché i lavori saranno ultimati solo dopo l’ottavo… compleanno. E quali saranno i tempi? «La riapertura sarà parziale per un mese, per smaltire l’intenso traffico estivo - ha spiegato Croce - subito dopo verrà istituito il doppio senso nella carreggiata di monte e serviranno altri due mesi di lavori per operare da quella di valle e costruire la parete di sbarramento affiancata alla galleria, in modo da chiudere il consolidamento del costone ed eseguire altre opere di rifinitura, impermeabilizzazione e ricoprimento del tunnel. Contiamo di completare i lavori entro la fine di questo anno».

Il soggetto attuatore ha ricordato che i tempi lunghi sono stati dettati «dalla ricerca del finanziamento, reperito dopo cinque anni. Poi la gara d’appalto bandita dalla Protezione civile regionale e la copertura finanziaria garantita dalla “Struttura”, mentre in fase esecutiva si sono aggiunti i problemi relativi all’impresa aggiudicataria e la perizia di variante per eliminare la doppia galleria». Tanti, troppi anni. E ancora non è finita. Intanto il sindaco di Letojanni, Alessandro Costa, sentito dalla “Gazzetta del Sud”, si è detto ormai stanco di sentirne parlare. Il primo cittadino è infatti in carica da undici anni di cui otto con la frana “sulle spalle”: «Otto anni difficili, con disagi per tutti».

Nel 2016 il primo cittadino finì pure indagato per le opere di messa in sicurezza della collina e il controllo sullo smaltimento delle acque piovane, ma poi l’inchiesta venne archiviata. «La riapertura è un primo passo, e speriamo che questo lungo iter si concluda il prima possibile - aggiunge - sicuramente non è stata una bella pubblicità per Letojanni».
Non usa mezzi termini Stefano Costantino, amministratore del gruppo Facebook “A18 e A20 le autostrade siciliane della vergogna”: «Vergogna è l’unica espressione che mi viene in mente quando mi chiedono di commentare i lavori per eliminare la frana - dice alla “Gazzetta del Sud” - dovrebbero vergognarsi innanzitutto i politici alla Regione siciliana, la Città metropolitana di Messina che non ha mai fatto sentire la sua voce chiaramente e, per finire, il “Consorzio autostrade siciliane” che è stato fallimentare nella gestione di questo cantiere, come nella gestione di tanti altri. Sono stati spesi 20 milioni di euro: prima il progetto prevedeva due gallerie paramassi, poi hanno fatto marcia indietro e hanno avuto la brillante idea di cambiarlo visto che qualcuno avrà detto “ma si, forse di galleria ne basta una sola”. Ma possiamo assistere a questo tipo di approssimazione in un lavoro del genere? Ora chissà per quanti mesi viaggeremo ancora così, stavolta all’interno di una galleria. Questa vicenda è il simbolo di un’Italia che viaggia a due velocità - aggiunge - da un lato il ponte di Genova realizzato in 12 mesi e, dall’altro lato, i lavori per la messa in sicurezza della frana di Letojanni, con i suoi tempi biblici ancora non calcolabili definitivamente».
Tra i più critici in questi anni anche Domenico Interdonato, di “Cittadinanzattiva”: «Da questa frana sono passati - ricorda alla “Gazzetta del Sud - ministri, viceministri, sottosegretari, assessori, presidenti, direttori generali: tutti hanno fatto promesse poi mai mantenute. Questi sono i tempi della politica siciliana, fatta di chiacchiere inconcludenti, e i risultati che si hanno quando si posizionano persone non adeguate ai vertici degli enti. In questi anni i disagi sono stati enormi, il comparto turistico di Taormina e Letojanni ha sofferto moltissimo, così come noi utenti. La frana è la punta dell’iceberg di una situazione assurda lungo le nostre autostrade, dove non si garantisce neanche la manutenzione della vegetazione e tutto prende fuoco».

 

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