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Messina, “bocciata” l’ordinanza sulla movida. Tutti scontenti

Un’ordinanza che scontenta tutti. E che è facile immaginare venga rivista, nonostante la stagione estiva sia già nel suo pieno svolgimento. È paradossale che le attività degli stabilimenti balneari e dei locali rivieraschi vengano regolamentate ogni anno a suon di ordinanze, cioè di provvedimenti straordinari, sebbene la materia sia quanto di più ordinario ci possa essere, in una città di mare come Messina, in cui da anni l’estate è ravvivata proprio dalle serate nei lidi.
Eppure è proprio quello che accade ed è uno dei nodi lamentati ieri pomeriggio, a Palazzo Zanca, da esercenti e associazioni di categoria, nel corso di una seduta straordinaria della terza commissione consiliare dedicata proprio al tema movida. C’erano praticamente tutti i gestori dei locali “della notte”, c’era Andrea Ipsaro Passione di Fiepet Confesercenti (la federazione esercenti pubblici e turistici), c’era Santino Morabito della Fiba (la federazione attività balneari), c’erano i consiglieri comunali. Non c’era, però, l’Amministrazione. Né l’assessore Massimo Finocchiaro – che però era intervenuto nella seduta precedente e aveva già fatto sapere che ieri non avrebbe potuto partecipate – né il sindaco Federico Basile, che quell’ordinanza l’ha materialmente firmata.
Sul banco degli “imputati”, infatti, c’era l’ordinanza del 30 giugno scorso, quella che, a sorpresa, ha rivisto (al ribasso) gli orari previsti nel provvedimento del 31 maggio, che era stato, invece, concordato con le associazioni di categoria. Mezz’ora in meno di musica tutte le sere e una giornata di stop totale, il lunedì. E niente musica al pomeriggio, nemmeno uno, come invece era stato richiesto. Col paradosso che comunque i residenti non sono soddisfatti, tanto che sono stati già preannunciati ricorsi.
«Da ottobre c’è stata una lunga interlocuzione per arrivare all’ordinanza del 31 maggio, che riprendeva quella dell’anno scorso – esordisce Ipsaro Passione, durante la seduta presieduta da Emilia Rotondo –. Il 30 giugno, poi, ecco la modifica, dopo una riunione col prefetto e gli altri sindaci. Ogni anno siamo costretti a utilizzare un’ordinanza, e non un regolamento, passibile di variazioni, con le attività commerciali che non sanno quando possono aprire e come. Serve in primis una nuova zonizzazione acustica, non si può lasciare tutto come venti-trent’anni fa, quando la città era diversa».
A mettere in fila tutti i punti più delicati è Morabito. Che non ha lesinato toni duri: «A ottobre ci siamo seduti con l’amministrazione, era presente il sindaco, ed erano state stabilite alcune cose che sembravano chiare. La prima: mai più modifica delle regole del gioco a partita in corso, parliamo di una stagione che in Sicilia inizia l’1 aprile. Secondo punto: mai più gestire la questione dell’intrattenimento con lo strumento dell’ordinanza, anche sulla stregua di una sentenza del Tar Campania che indica come questa strada non sia quella corretta. Occorre varare un regolamento che disciplini una volta per tutte questo settore. Ecco, di queste due cose non è stato rispettato nulla, mai avrei pensato di trovarmi qui il 20 luglio a discutere di tutto questo».

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