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Macellazioni clandestine sui Nebrodi, 7 le condanne in primo grado NOMI

Finisce con sette condanne il processo di primo grado scaturito dall’operazione “Gamma Interferon”, che vedeva alla sbarra 41 persone. Gran parte delle altre posizioni e capi d’imputazione, tra cui la stessa associazione a delinquere contestata a due distinti gruppi, sono andati invece incontro alla scure della prescrizione.

Poco prima delle 20 di ieri sera, il collegio del Tribunale di Patti - presidente Scavuzzo, a latere Vona e Ceccon - ha pronunciato il dispositivo di condanna per Salvatore Biagio Borgia, alla pena di 4 anni e 3 mesi, Nicolino Gioitta a 4 anni e 6 mesi, Sebastiano Conti Mammamica a 3 anni e 3 mesi, Antonino Calcò detto Brik e Salvatore Musarra a 3 anni, Tindaro Agostino Ninone e Giovanni Girbino a 2 anni e 6 mesi. Tutti condannati al risarcimento dei danni alle parti civili. Oltre al non luogo a procedere per prescrizione, assoluzione perché il fatto non sussiste per Enzo Saporito, sostituto commissario della Polizia in quiescenza e già responsabile del posto fisso di Tortorici, ed Alberto Paterniti, accusati di un'ipotesi di corruzione, oltreché per altri imputati per singoli capi d’imputazione anche per difetto di querela.

L’accusa lo scorso marzo aveva sollecitato condanne per 30 delle 41 persone a giudizio, con pene richieste per complessivi 91 anni. Il collegio ha indicato in 90 giorni il termine per il deposito delle motivazioni.

Tutti i dettagli sull'edizione della Gazzetta del Sud-Messina di oggi.

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