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La “Fenice” vuol rivivere, non si perda altro tempo per il parco sulla collina di “La Casa Nostra” a Tremonti

Il Comitato sollecita il collaudo, c'è l’impegno del Comune

L’attesa cresce. Così come il timore che se si dovesse perdere ulteriore tempo, potrebbe essere vanificato tutto quello che è stato realizzato finora. Siamo a Tremonti, sulla collina della famosa, o famigerata, vicenda del complesso “La Casa Nostra”. Inutile rivangare quella brutta storia di inizio anni Ottanta, quando quel pezzo di territorio messinese divenne oggetto della speculazione edilizia di uomini e imprese legati a Cosa Nostra, a Totò Riina e Leoluca Bagarella.

Dopo le vicissitudini di decenni, e la demolizione di diverse palazzine (ben 13) ritenute a rischio crollo, grazie all’accelerata impressa dall’allora sindaco Cateno De Luca, si è realizzato il Parco che gli abitanti di via Jacopo Ruffo e i componenti del Comitato civica “RisaniAmo Casa Nostra” hanno battezzato col nome “La Fenice”. Quasi realizzato, dobbiamo precisare. E quel “quasi” pesa, come sempre accade a Messina, e in tante altre realtà, quando la mancata ultimazione di un’opera rischia di avere effetti devastanti, trasformando zone sbaraccate o aree di cantiere in terra di nessuno. Fortunatamente qui ancora non è stato compromesso nulla, però la gente di Tremonti da tre anni attende che si completino gli interventi e che il Parco venga inaugurato. Nel frattempo, purtroppo, i vandali sono entrati in azione e hanno fatto danni non irrilevanti.

A spiegare come stanno le cose, è Silvestro Bonanno, portavoce del Comitato. «Tre anni fa la ditta che ha realizzato i lavori di risanamento di “Casa Nostra”, li ha di fatto terminati, con la realizzazione del Parco urbano. Ma mancava il collaudo. Abbiamo aspettato, è arrivato il mese di luglio del 2023 e quel collaudo non è mai stato portato a termine. In questi ultimi tre anni, è stato vandalizzato l’impianto di irrigazione ma è inconcepibile che passino mesi prima di ripararlo, quando basterebbero un paio di giorni".

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