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Ponte Stretto, la nomina di De Gennaro al vertice di Eurolink garanzia contro il rischio di infiltrazioni mafiose

L’ex capo della Polizia nominato da Webuild per guidare il General Contractor chiamato a progettare e realizzare il Ponte Una designazione che riafferma la volontà di legalità e vuol essere garanzia contro il rischio di infiltrazioni mafiose. L’ad della società Stretto, Pietro Ciucci, oggi in visita a Messina

L’avvio del dialogo con i territori e una nomina che “pesa” dal punto di vista delle strategie e delle azioni sul campo, in vista della costruzione della più grande infrastruttura pubblica italiana. Pietro Ciucci, amministratore delegato della società Stretto, sarà oggi a Messina, per poi recarsi a Palermo e l’indomani a Reggio Calabria. L’obiettivo: (ri)costruire una rete di rapporti con i rappresentanti delle istituzioni e delle amministrazioni locali, per far capire che la realizzazione del Ponte non intende in alcun modo essere un atto violento e prevaricatore nei confronti dei territori interessati ma, al contrario, un’opportunità unica per ridisegnare insieme un modello di sviluppo e il rilancio dell’Area integrata dello Stretto.
E se Ciucci arriva a Messina, città che ben conosce, con una valigia di buone intenzioni, non è passata sotto silenzio (e non poteva essere altrimenti) la designazione alla guida del Consorzio Eurolink di un personaggio come Gianni De Gennaro.
Per chi ancora non lo sapesse, Eurolink è il Consorzio che si aggiudicò, al tempo del governo Berlusconi, la gara internazionale per la progettazione e costruzione del collegamento stabile tra l’Isola e il Continente. Il raggruppamento che dieci anni fa vedeva al vertice aziende come la Impregilo e Salini, oggi ha come riferimento principale Webuild, la più grande holding italiana nel settore delle costruzioni, al cui interno sono confluite le succitate imprese. Webuild detiene una quota del 45% di Eurolink, il resto delle azioni è distribuito tra la spagnola Sacyr (18,7%), Condotte d’Acqua (15%), la cooperativa emiliana Cmc (13%), la giapponese Ihi (6,3%) e il Consorzio Aci (2%). E su proposta del socio maggioritario, il Consorzio ha nominato Gianni De Gennaro presidente del General Contractor. Una scelta motivata «per la sua esperienza istituzionale e di azienda, per l’integrità e trasparenza sempre orientate ad un approccio di legalità e sicurezza per il Paese».

Chi è Gianni De Gennaro? Il suo curriculum è lunghissimo. È stato capo della Polizia di Stato,direttore generale della Pubblica Sicurezza, capo di gabinetto del ministero dell’Interno, direttore generale del “Dis”, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio del governo Monti con delega ai servizi di informazione e sicurezza. Dal 2013 al 2020 è stato presidente dell’azienda statale Leonardo (ex Finmeccanica), per divenire poi presidente della Banca Popolare di Bari dal 2020 al 2022. Dal 2013 è inoltre presidente del Centro studi americani.
Con questa nomina, il General Contractor vuol dare già una prima importante risposta a chi, giustamente, ha sollevato il tema della prevenzione alle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel momento in cui verranno aperti i cantieri del Ponte e di tutte le opere collegate. Mafia e ‘Ndrangheta sono sempre lì, a costituire una minaccia reale, e la sottovalutazione sarebbe un peccato mortale. Anche se poi frasi come quelle sentite in passato – «Il Ponte unirà due cosche» – sono di una violenza e di una volgarità così umilianti per l’intero Mezzogiorno d’Italia, che si commentano da sole.

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