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Femminicidio Quaranta, il pg invoca la concessione delle attenuanti generiche per l'omicida De Pace

La concessione delle attenuanti generiche. E quindi una conseguente riduzione della condanna. È questa in estrema sintesi la richiesta dell'accusa al processo d'appello per il femminicidio di Lorena Quaranta, la laureanda in Medicina che fu uccisa nel marzo del 2020 dal fidanzato oggi 28enne Antonio De Pace, l'infermiere calabrese originario di Vibo Valentia con cui conviveva durante il primo lockdown in un appartamento a Furci Siculo, lungo la costa ionica del Messinese.
Il procuratore generale Maurizio Salamone ha parlato per circa un'ora per ricostruire tutto ed ha concluso chiedendo l'applicazione delle attenuanti generiche per De Pace, affidandosi per l'entità della pena alla valutazione dei giudici della corte d'assise d'appello. In primo grado De Pace, reo confesso dell'atroce femminicidio, fu condannato all'ergastolo. Dopo il suo intervento si sono susseguiti oggi quello della parte civile, i familiari di Lorena, con l'avvocato Giuseppe Barba, e dei numerosi legali che rappresentano i centri antiviolenza siciliani e messinesi costituiti sempre come parte civile.

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