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Ponte sullo Stretto, gli architetti siciliani: "Convocare al più presto il Comitato interistituzionale"

Falzea: «Cambierà radicalmente la nostra città, e noi pensiamo in meglio. Ma bisogna attrezzarsi e governare noi i processi»

Riconvocare, al più presto, il Comitato tecnico inter-istituzionale per le opere connesse al Ponte sullo Stretto. La richiesta al sindaco metropolitano Federico Basile viene rilanciata dall’Ordine degli architetti della Sicilia e di Messina. L’iter per la realizzazione del collegamento stabile tra l’Isola e il Continente sta per avere una formidabile accelerata in Parlamento, con il decreto che, di fatto, riavvierà tutte le procedure che dovranno portare all’approvazione del progetto esecutivo e all’apertura dei cantieri. Far finta di nulla sarebbe l’errore più madornale, e lo hanno sottolineato in questi giorni i sindaci di diversi Comuni della Calabria, quelli il cui territorio sarà interessato dai lavori e dall’impatto della grande infrastruttura, che hanno detto con chiarezza: «Il Ponte si farà, bisogna prenderne atto e lavorare perché il territorio ne abbia benefici».
È la stessa linea dettata dalla Consulta degli architetti siciliani, in un documento sottoscritto dal presidente, il messinese Pino Falzea, e dal segretario, Sebastiano Fazzi, presidente dell’Ordine di Enna. «È quanto mai opportuno che le istituzioni siciliane si confrontino per comprendere e guidare i processi di profonda trasformazione urbana e sociale che saranno innescati dalla realizzazione del Ponte in Sicilia, nell’area metropolitana di Messina e nella città capoluogo in particolare – affermano in premessa Falzea e Fazzi –. Non solo di opere connesse si dovrà parlare riattivando il Comitato tecnico inter-istituzionale ma anche di quelle opere compensative, che dovranno essere opere utili all’area metropolitana e opportune per riequilibrare i disagi che i territori interessati dai lavori subiranno con la realizzazione di una colossale infrastruttura europea. Gli architetti siciliani vogliono sottolineare ancora una volta l’importanza del Ponte sullo Stretto per connettere l’Italia ai grandi sistemi del trasporto internazionale e restituire un ruolo di centralità al Sud Italia ed alla Sicilia nel sistema degli scambi commerciali mondiali, posti come sono al centro dei corridoi intermodali Nord-Sud ed Est-Ovest del globo. Da qui transitano la maggior parte delle merci che poi, per la carenza delle infrastrutture italiane, approdano nei porti del Nord Europa, allungando i tempi di navigazione di settimane, pur di trovare porti “gateway”, terminali di infrastrutture che permettono ai grandi vettori dei trasporti di raggiungere, via terra attraverso il trasporto su rotaia, l’intero continente. Ciò per evidenziare che l’opera interessa il Paese intero, ed il Paese intero ne trarrà benefici.

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