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Il Ponte e le incognite degli espropri: cosa c'è in quelle mille pagine...

La legge di bilancio ha prorogato i vincoli. Ma la Stretto di Messina è già stata condannata due volte

Oltre mille pagine, tavole fitte di particelle, un lungo elenco di nomi e “ditte”. Ma anche tante incognite, sui tempi, sui modi, sui costi e persino sulla effettiva corrispondenza di quell’elenco alla realtà attuale dei fatti. Quello degli espropri è uno dei nodi più delicati dell’intricata matassa del Ponte sullo Stretto. Lo è da anni e lo è soprattutto nelle fasi, come questa, in cui il Ponte torna al centro delle cronache. Il versante siciliano, quindi messinese, è quello maggiormente coinvolto, con migliaia di particelle di terreno da espropriare previste nel progetto.
I primi vincoli preordinati all’esproprio – di fatto un “blocco urbanistico” che si impone su una determinata area destinata ad essere espropriata per la realizzazione di un’opera pubblica – risalgono al progetto preliminare del 2003, poi prorogati nel 2008 dal Cipe. Vincoli che sono stati rinnovati con la legge di bilancio 2023, la prima “pietra” del nuovo iter del Ponte, poi rafforzata dal cosiddetto decreto Salvini. L’articolo 487 della legge di bilancio, infatti, ha dichiarato il collegamento stabile dello Stretto «opera prioritaria e di preminente interesse nazionale» e, soprattutto, ha previsto che «ai fini della dichiarazione di pubblica utilità dell'opera sono reiterati, ad ogni effetto di legge, i vincoli imposti con l'approvazione del progetto preliminare dell'opera e successivamente prorogati». Non solo. Proprio il decreto Salvini ha previsto che si applichi agli espropri legati al Ponte quanto è stato disposto, con un altro decreto legge, per i progetti del Pnrr, e cioè la riduzione a metà dei termini previsti per l’espletamento delle procedure, con l’eccezione del termine di cinque anni riguardante il vincolo preordinato all'esproprio, e – in caso di emissione di decreto di occupazione d'urgenza preordinata all'espropriazione delle aree – la redazione dello stato di consistenza e del verbale di immissione in possesso anche con la sola presenza di due rappresentanti della Regione o degli altri enti territoriali interessati.

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