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Caso "tenda" a Messina: assolti i due attivisti in protesta

Un ispettore della municipale era accusato di aver falsamente attestato di aver ricevuto dai due un violento spintone

Il tribunale di Messina

Finisce con la “cancellazione” di tutte le accuse e le condanne precedenti il cosiddetto “Caso tenda” del 2015, ovvero la protesta eclatante tra il Palazzo di giustizia e l’Università che si concluse con il movimentato arresto dei due attivisti Sergio Runci e Irene Romeo, e poi coinvolse per altri aspetti l’ispettore della Polizia municipale Marcello Vita.
Il giudice monocratico Alessandra Di Fresco, ha infatti assolto i due attivisti con la formula “perché il fatto non sussiste” dal reato di lesioni colpose come conseguenza del reato di resistenza al pubblico ufficiale, ed ha dichiarato il “non doversi procedere” per la posizione dell’ispettore, che era accusato di falso ideologico in atto pubblico, calunnia e falsa testimonianza.

In particolare, l’ispettore era accusato di aver falsamente attestato, in sede di verbale di arresto e di escussione quale testimone, di aver ricevuto dai due un violento spintone che lo faceva urtare contro una palma procurandogli delle lesioni. I due attivisti, a suo tempo già scagionati da questa accusa, erano in questo caso imputati per aver procurato colposamente delle lesioni all’ispettore Vita durante l’atto di tirare la tenda, nel tentativo di opporsi allo sgombero. Al termine dell’istruttoria dibattimentale il pm aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione per tutti gli imputati.

Le difese. L’avvocato Guido Moschella, difensore di una degli attivisti, aveva chiesto l'assoluzione con formula piena. L’avvocato Pierluigi Venuti, difensore dell’altro attivista, e l’avvocato Giovanni Randazzo, difensore dell’ispettore Vita, a conclusione dei loro interventi avevano sollecitato l’assoluzione, e in subordine la dichiarazione di prescrizione. I due attivisti in precedenza erano già stati assolti per i reati di oltraggio a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire le proprie generalità nel procedimento originario. La corte d’appello aveva quindi dichiarato la nullità della sentenza di primo grado in relazione all’accusa di resistenza al pubblico ufficiale, disponendo un nuovo processo, che si è adesso concluso.
Nell’attesa di leggere le motivazioni, che verranno depositate nel termine di 90 giorni, può già affermarsi che la sentenza del giudice monocratico Di Fresco conferma la totale mancanza di responsabilità penale per i due attivisti Runci e Romeo, i quali sono stati assolti nel merito, nonostante la prescrizione fosse già maturata anche relativamente alle loro posizioni.

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