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Borgo Musolino a Messina, Lino Siclari di nuovo sotto processo

L’ex patron della “Aicon Spa” imputato a 48 ore dalla condanna a 7 anni e 6 mesi per bancarotta

A poche ore dalla condanna a 7 anni e 6 mesi di reclusione dell'architetto messinese Lino Siclari, per bancarotta della holding “Aicon Spa” e della controllata “Aicon Yachts spa”, già ieri per l'ex magnate delle imbarcazioni da diporto e per il suo consulente contabile Pietro Pappalardo, 48 anni originario di Catania e residente a Milano, dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Barcellona Mariacristina Polimeni si è aperto un nuovo processo. Sotto i riflettori, con l’ipotesi di illecito amministrativo, vi sono anche le tre società presumibilmente utilizzate per riciclare parte del denaro utilizzato per il contratto preliminare di Borgo Musolino. Si tratta della “Airon srl”, società questa con sede legale in Milano; la “Dic srl”, con sede a Messina e la “Borgo Musolino srl”, società di cui al momento dei fatti era rappresentante legale Lino Siclari e sequestrata nell'ambito dello stesso procedimento.
A Siclari e Pappalardo si contesta l'ipotesi di auto riciclaggio di fondi che per la pubblica accusa sarebbero stati sottratti ai capitali della fallita holding “Aicon Spa”. Tuttavia il processo, nonostante la presenza in aula dei numerosi testi della pubblica accusa, ha subìto un brusco rinvio. Infatti il consulente contabile nominato dalla Procura di Barcellona, il commercialista Salvatore Virgillito, ha chiesto al giudice un termine per approfondire la sua consulenza resa nel corso della indagini. Il giudice Polimeni ha quindi rinviato il processo all'udienza del prossimo 11 maggio per l'audizione dello stesso consulente.
Nella giornata di ieri gli stessi legali dell'architetto Lino Siclari, gli avvocati Gaetano Barresi e Alberto Gullino, hanno potuto esaminare nel dettaglio l'articolato dispositivo della sentenza emessa poco prima delle 23, 30 di lunedì notte. Le condotte per le quali Siclari è stato condannato a 7 anni e 6 mesi di reclusione sono state: la bancarotta fraudolenta per la distrazione, dopo il fallimento, delle imbarcazioni da diporto della “Aicon Yachts spa”. Per la bancarotta di “Aicon spa”, le omesse informazioni sui bilanci, l'omessa svalutazione delle partecipazioni in Aicon Yachts e la distrazione di consistenti importi ad eccezione degli emolumenti spettanti all'amministratore.
L'assoluzione riguarda «l’autoriciclaggio», cioè «le somme ingenti ottenute dalla quotazione in borsa, con la formula perché il fatto non sussiste»; assoluzione parziale per la bancarotta Aycon Yachts con riferimento al tema delle false comunicazioni sociali. E l'assoluzione in riferimento alle rettifiche al bilancio per la presentazione del concordato preventivo della società. Assoluzione parziale anche per la distrazione somme dei costi per i posti barca al porto di Milazzo; l'assoluzione per la bancarotta societaria relativa alla quotazione in borsa Aicon Spa. Infine per l'interruzione dei finanziamenti ad “Aicon Spa” da parte di “Airone” il Tribunale ha derubricato da fraudolenta in bancarotta semplice e per questo è stato deciso di non doversi procedere per intervenuta prescrizione. Dichiarati prescritti una serie di reati tributari. Tra le parti civile, l'avvocato Filippo Barbera, difensore dell'imprenditore Sebastiano Bucca, ha dichiarato: «La sentenza restituisce dignità e speranza a quelle ditte ed ai lavoratori che, a causa delle condotte sentenziate, hanno subito notevolissimi perdite e danni».

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