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Messina, riqualificazione urbana ma non solo. A confronto III Circoscrizione e Iacp

Riflettori accesi sul Parco S. Antonio, sugli inquilini morosi e gli alloggi sfitti

Il nodo delle competenze, il completamento del Parco urbano di Camaro Sant’Antonio, la manutenzione di strade e edifici a Camaro San Luigi, Fondo Fucile, Gazzi, Bisconte e negli altri quartieri della Terza Circoscrizione, il destino di villa Esperia e il recupero di botteghe sfitte dell’Iacp da destinare a progetti di inclusione sociale. Sono stati trattati vari argomenti durante l’incontro tra il commissario dell’Iacp Giovanni Rovito e i consiglieri della Terza Circoscrizione. Su alcuni temi bisognerà confrontarsi di nuovo. Per il Parco Sant’Antonio, secondo il commissario Rovito, «la competenza non può essere lasciata all’Iacp che fa case ma ad un soggetto unico che faccia un progetto complessivo di riqualificazione urbana». E ha ricordato che l’Istituto sull’opera ha investito fondi propri per 700mila euro. L’importanza del Parco Sant’Antonio è stata sottolineata anche dal presidente della Circoscrizione Alessandro Cacciotto: «Sarebbe un fiore all’occhiello per la città, il commissario Rovito ci ha rappresentato il suo massimo impegno, adesso cercheremo di stabilire un’interlocuzione con l’Amministrazione comunale. Lavorare per «recuperare l’eterna incompiuta» è stato anche l’auspicio di Mario Barresi, presidente della Commissione circoscrizionale.

Il commissario Rovito ha tracciato un quadro dell’ente che deve fare i conti con carenze di personale e con i morosi. Attualmente l’Istituto conta 54 dipendenti che nel giro di 5 anni si ridurranno a meno di 40 per i pensionamenti, ci sono solo tre tecnici per tutta la provincia mentre i morosi sono una media del 40 per cento. C’è chi non paga per povertà, chi per indolenza e chi per dolo. I morosi indigenti a Messina sono circa un migliaio che diventano tremila se si considera la provincia, a loro favore il commissario Rovito ha proposto all’Amministrazione comunale di sostituirsi al pagamento del canone attingendo ai fondi povertà gestiti dal distretto socio sanitario con il Comune capofila.

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