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L’i-Hub dello Stretto di Messina all’ultimo step. E si punta sul “brand” Antonello

Oltre 35 milioni per riqualificare ex Silos Granai e Magazzini generali Interventi sui sentieri tra i forti umbertini e sulla Pineta di Camaro

Riecco l’i-Hub, già elemento chiave di altri due maxi-programmi dell’amministrazione De Luca e della sua diretta “erede”, quella targata Federico Basile. E cioè la riqualificazione del “triangolo” costituito da tre grossi immobili abbandonati – mercato ittico, magazzini generali e Silos Granai –, da trasformare in un polo per l’eccellenza tecnologica e i servizi digitali. Con i fondi del Pon Metro (18,9 milioni) e del Poc (16,8 milioni) erano stati finanziati i primi due step: quello delle demolizioni (con realizzazione di sottoservizi e di un impianto fotovoltaico) e quello delle realizzazione delle opere relative all’ex mercato ittico. Con il programma Pn Metro Plus si chiude il cerchio, con altri 35,5 milioni per realizzare le opere nei due edifici più complessi, gli ex Silos Granai e i magazzini generali, e arrivare così al budget totale previsto per l’i-Hub, 71,2 milioni.
Ma nel pacchetto chiamato, genericamente, “Rigenerazione urbana”, il più consistente economicamente (oltre 75,5 milioni di euro), ci sono altri interventi di riqualificazione che toccano ambiti diversi: da quello culturale-ambientale a quello scolastico. Vengono stanziati 5,8 milioni per “La Messina che vorrei, riqualificazione e sviluppo aree montane”: il cuore del progetto è il ripristino del sentiero di collegamento dei forti umbertini, per poi realizzare rifugi, B&B, aree di ristoro, concedendo le aree ad associazioni, aziende di giovani e start-up.

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